Agrigento Capitale della Cultura, ma i turisti dove sono? La parola agli albergatori
I riflettori erano puntati su Agrigento, proclamata Capitale italiana della Cultura 2025, con grandi aspettative per un rilancio turistico senza precedenti. Eppure, i primi tre mesi dell’anno raccontano una realtà ben diversa, specialmente per albergatori, gestori di bed and breakfast e operatori del settore turistico.
La promessa di un afflusso straordinario di visitatori si è infranta contro un inizio d’anno definito da molti addetti ai lavori come “deludente”, “sottotono” e addirittura “deprimente”. La situazione nelle strutture ricettive di Agrigento nei primi tre mesi del 2025 non rispecchia per nulla lo slancio promesso dal prestigioso riconoscimento.
L’attesa trasformata in delusione: cosa non sta funzionando
Da tempo, gli imprenditori locali auspicavano che il titolo di Capitale della Cultura si traducesse in un aumento concreto delle prenotazioni e in una destagionalizzazione del turismo. Il calendario degli eventi, però, non ha rispettato le attese.
Le attività culturali programmate nei mesi di gennaio, febbraio e marzo non hanno avuto l’impatto auspicato. Mancano eventi forti, artisti di richiamo, iniziative in grado di attirare viaggiatori da fuori regione, e soprattutto manca una promozione efficace che metta Agrigento sotto i riflettori internazionali.
Il risultato? Molte strutture sono rimaste semivuote per settimane.
“Nessun boom turistico”: le parole degli operatori
A confermare il clima di disillusione sono le testimonianze dirette degli operatori, raccolte sul campo.
““Non abbiamo avuto molti ospiti durante tutta la settimana, tranne che negli ultimi due giorni, perché la Sagra non aveva in cartellone eventi davvero abbastanza attraenti, così da richiamare ad esempio l’attenzione dei turisti che si trovavano in Sicilia. Non abbiamo avuto artisti e spettacoli di grande levatura, di prestigio internazionale. Così gli ospiti stranieri, che sono quelli che preferiscono le mie strutture non sono arrivati. C’è anche una carenza di promozione di Agrigento Capitale della Cultura che superi i confini nazionali”, racconta Annarita Zammuto.
Le sue parole sono una fotografia nitida del malessere diffuso tra chi lavora nel comparto ricettivo.
Il weekend della Sagra non basta a salvare la stagione
Il primo vero banco di prova è stato la Sagra del mandorlo in fiore, evento simbolo del territorio. Ma anche qui, le attese sono state disattese.
“Adesso speriamo nei ponti e nelle vacanze di Pasqua. Ma se tutto si riduce a lavorare solo in estate sarà un fallimento per quanto riguarda il settore alberghiero ad Agrigento nell’anno in cui la città è Capitale della Cultura. In estate tutti lavoriamo ogni anno. Ci aspettiamo di più in periodi diversi”, afferma Danilo Zicari dell’associazione “Tante case e tante idee”, “La nostra community di Host si riunisce periodicamente in presenza e ci teniamo sempre in contatto sul web all’interno del gruppo Facebook “Host Airbnb di Agrigento, Caltanissetta e Trapani”, così abbiamo il polso della situazione e i dati ci dicono che occorre una svolta”, conclude.
I dati raccolti infatti parlano chiaro: il flusso turistico nei weekend clou, come quello della Sagra, non ha compensato la desolazione registrata durante la settimana.
Promozione carente e poca visibilità internazionale
Molti imprenditori denunciano l’assenza di una strategia promozionale efficace. Le iniziative comunicative legate al progetto “Agrigento 2025” sono rimaste spesso confinate al territorio nazionale, senza riuscire a raggiungere i mercati internazionali.
Un fatto che ha pesato enormemente, soprattutto in una fase dell’anno in cui è proprio il turista straniero – più libero e abituato a viaggiare nei mesi “di spalla” – a fare la differenza.
“il trend nei primi tre mesi è stato pari al solito. Ma soprattutto non ci sono richieste specifiche per Agrigento Capitale e questo perché non c’è stata finora una attività di promozione adeguata da parte di chi avrebbe dovuto organizzarla. Abbiamo investito nel centro storico, ma non sono molto fiducioso”, sottolinea Totò Patti.
Gli albergatori tra speranza e rassegnazione
Il panorama delle opinioni è variegato: c’è chi mantiene un certo ottimismo, confidando in una ripresa nei prossimi mesi, e chi invece manifesta scetticismo crescente.
“Un mese con più ospiti rispetto agli anni passati. Ci attendiamo qualche crescita in aprile nel periodo pasquale, ma mi aspettavo comunque migliori servizi in città per i turisti. Ad esempio, non abbiamo un numero verde per la chiamata taxi”, osserva Arianna Nicosia, evidenziando un problema pratico e concreto legato all’accoglienza.
“Conto sulle prenotazioni last minute degli italiani per i prossimi mesi e sull’arrivo degli stranieri”, dichiara Enzo Agrò, che ha aperto la sua struttura da poco, senza grandi illusioni sugli effetti immediati di Agrigento Capitale della Cultura.
Il nodo della stagionalità e la paura del “vuoto”
Il problema della stagionalizzazione del turismo si ripresenta con forza. Se tutto si concentra nei mesi estivi, il rischio è quello di vanificare le potenzialità offerte dal titolo di Capitale della Cultura.
“In estate lavoriamo tutti ogni anno”, ribadisce Danilo Zicari. L’obiettivo era quello di distribuire i flussi turistici lungo l’intero arco dell’anno, ma i primi mesi del 2025 suggeriscono che tale traguardo sia ancora lontano.
Ecco perché in molti chiedono azioni immediate, eventi rilevanti già in primavera e una cabina di regia più efficace.
Agrigento vista da chi ha investito nel centro storico
C’è poi chi ha scommesso concretamente sulla città, investendo nel centro storico, nella ristrutturazione di immobili, nella valorizzazione delle bellezze locali.
“Abbiamo investito nel centro storico, ma non sono molto fiducioso”, confessa Totò Patti, sintetizzando un sentimento di amarezza condiviso.
Anna Rita Milioto si aspettava un flusso di turisti maggiore: “Conto molto che i concerti previsti per quest’anno porteranno in città più giovani e meno giovani da varie parti, appassionati di musica e per vedere le nostre bellezze archeologiche ed artistiche. Ma occorre che non si continui a denigrare la città e a guardare sono ciò che manca. Abbiamo bisogno di svoltare rispetto a questo andazzo che vede Agrigento nelle prime pagine e in TV denigrata e svilita”.
Per lei, serve una narrazione diversa, che esalti ciò che Agrigento ha da offrire e non ciò che ancora manca.
Gli errori strategici della Fondazione Agrigento 2025
La lente d’ingrandimento si sposta anche sulla Fondazione Agrigento 2025, ente organizzatore delle attività culturali legate al titolo.
Molti operatori lamentano una gestione troppo lenta, poco inclusiva, senza un chiaro piano promozionale o un’identità forte e riconoscibile. Le iniziative, quando ci sono, vengono percepite come scollegate e poco attrattive.
Anche se non vi è una critica diretta o feroce, la richiesta che emerge è quella di un maggiore coinvolgimento del tessuto imprenditoriale locale e di una visione strategica più ampia.
Il futuro tra ponti primaverili e concerti estivi
Guardando al futuro, gli operatori non rinunciano alla speranza. I prossimi mesi saranno decisivi. La Pasqua, i ponti primaverili e soprattutto l’estate rappresentano occasioni cruciali per invertire il trend.
Ma per Vittorio Messina le prenotazioni per Pasqua “non sono in linea con le aspettative”. Inoltre lo stesso Messina rileva che solo nella seconda metà di marzo si registra un aumento degli ospiti in alcuni alberghi. “Sono sicuro che i numeri crescereranno – conclude – Voglio essere ottimista e pensare che gli appuntamenti previsti per Agrigento 2025 porteranno più turisti, anche giovani e stranieri”.
Chiudere i primi tre mesi con un bilancio negativo non significa arrendersi. Ma serve un cambio di passo deciso, immediato, concreto.
“Il sistema alberghiero ha beneficiato molto della conquista del titolo di Agrigento Capitale della Cultura. Nonostante le difficolta nel far partire gli eventi, c’è interesse, ci sono numeri positivi nel settore turistico e alberghiero. Sono arrivati anche in questi primi tre mesi più italiani e anche più stranieri. L’impressione che ho è buona” è invece l’opinione di Francesco Picarella
Il primo trimestre del 2025 si chiude con molte ombre e poche luci. La situazione nelle strutture ricettive di Agrigento nei primi tre mesi del 2025 non ha mantenuto le promesse iniziali. Ma la partita è tutt’altro che chiusa. Con una strategia più incisiva, promozione mirata e il pieno coinvolgimento della città, Agrigento può ancora giocare un ruolo da protagonista nel panorama culturale e turistico nazionale.
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