Agrigento si prepara all’importante anno da Capitale Italiana della Cultura 2025, ma Federalberghi lancia l’allarme: la città è pronta ad affrontare questa sfida? Francesco Picarella, presidente della delegazione comunale di Confcommercio e volto di Federalberghi, non nasconde le preoccupazioni: “Siamo in ritardo, inutile negarlo. Sabato arriverà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il taglio simbolico del nastro, ma i 44 progetti presentati nel dossier di candidatura faticano a decollare.”
Picarella denuncia una mancanza di dialogo con l’Amministrazione comunale, elemento che, secondo lui, ha rallentato la possibilità di migliorare i servizi essenziali per accogliere il flusso previsto di visitatori. “Ci aspettiamo un incremento del 20% delle presenze, ma servono trasporti pubblici adeguati. L’emergenza siccità, inoltre, è un problema serio, gestito in modo grottesco dalla Regione e dagli enti locali. Lo scorso anno, in alcune aree della città, l’acqua è mancata per oltre 30-40 giorni, una situazione insostenibile per le strutture ricettive, soprattutto nel centro storico, dove la rete idrica è ormai un colabrodo.”
La crisi idrica non è l’unica preoccupazione. Picarella sottolinea anche il peso della crisi del commercio locale, con un crescente numero di saracinesche abbassate, specialmente nella centralissima via Atenea. “Meno negozi aperti significa meno luci e meno sicurezza nelle strade. In un anno in cui ci aspettiamo un boom di turisti, è necessario rigenerare i centri storici non solo dal punto di vista urbano, ma anche commerciale.”
Tra le speranze per il futuro, Picarella auspica che l’anno da protagonista lasci ad Agrigento una migliore vivibilità, potenziando commercio, turismo e servizi. E rivolge un appello all’Amministrazione: “Occorre fare rete. Come operatori del territorio vogliamo contribuire al rilancio della città, ma serve collaborazione. Vogliamo vedere Agrigento rifiorire.”
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