Addio Filippo Romano: Il prefetto che ha risvegliato Agrigento e l’ha preparata per il futuro da Capitale della Cultura. Era arrivato ad Agrigento il 20 maggio 2023
Con un pizzico di malinconia e tanti rimpianti, il prefetto Filippo Romano ha salutato questa mattina Agrigento con una conferenza stampa di commiato, lasciando dietro di sé un ricordo indelebile di un lavoro svolto con passione e dedizione. In particolare, le sue parole si sono concentrate su un tema che gli sta molto a cuore: “Agrigento Capitale della Cultura 2025”.
Romano ha avuto il merito, subito dopo i suoi predecessori che hanno operato in un contesto difficile durante la pandemia, di aver restituito alla prefettura il prestigio che una città come Agrigento merita. Ha saputo riportare la città a una dimensione importante, non solo per la Sicilia, ma per l’intera Italia. Fin dal suo arrivo, il prefetto ha scelto di stare tra la gente e per la gente, aprendo le porte del Palazzo del Governo a numerose manifestazioni culturali.
Nei momenti di pausa, amava godersi un caffè al Bar Pisciotto di San Leone, un luogo simbolo per gli agrigentini, dove sono cresciute intere generazioni. In un’epoca in cui tutto sembra essere più veloce e stereotipato, il chioschetto al Piazzale Giglia, vicino al mare, rappresenta la semplicità e la genuinità che Romano ha voluto abbracciare.
Durante il suo intervento, il prefetto ha dichiarato: “Purtroppo, nel mio lavoro, ogni tanto arrivano delle nomine e questo forse è arrivato un po’ prima rispetto ad altri, ma non sono rimasto qui per più di due anni. Quando sono arrivato a Napoli, è stato difficile lasciare la sede. Ogni trasloco porta con sé esperienze di vita, affetti, e relazioni che arricchiscono il lavoro di un prefetto. Non possiamo ignorarli, fanno parte della vita e rendono più forte la figura del prefetto, poiché evitano un eccessivo legame con un territorio, mantenendo quella distanza necessaria per valutare le cose in modo oggettivo. Quando, però, le cose vanno bene, rimane un rapporto affettivo che in futuro si svilupperà come amico e visitatore, non più come funzionario”.
Il prefetto ha poi ricordato i momenti di relax a San Leone, dove spesso si fermava a fare una passeggiata e a osservare le persone che si godevano il litorale. “Molti mi fermavano per salutarmi, persone che non conoscevo, ma che mi trasmettevano un affetto sincero. Questo è il regalo più bello che una persona possa ricevere”.
In chiusura, ha sottolineato l’importanza di un calendario unitario delle manifestazioni culturali, una proposta a cui ha sempre voluto contribuire: “Siamo ancora in tempo per realizzare un calendario condiviso che indichi giorno per giorno gli eventi in programma, un calendario che comprenda tutte le realtà, dal Parco Archeologico alla Fondazione, dal Comune di Agrigento ad altri comuni, per rendere davvero il servizio giusto al visitatore“.
Le parole di Filippo Romano lasciano un segno profondo e segnano un punto di partenza per il futuro di Agrigento, che, con il suo impegno, ha trovato nuova forza e slancio verso il grande obiettivo di diventare Capitale della Cultura 2025.
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