La Valle dei Templi si candida a diventare il luogo in cui si conserva la biodiversità della regione e si difende la ricchezza delle colture tradizionali agricole siciliane; in sostanza un hub per la ricerca e la sperimentazione di attività sostenibili e di economia circolare. Diversi sono gli eventi ed i progetti avviati nella città dei templi per la valorizzare del paesaggio rurale e per le pratiche agricole tradizionali. In questo senso, l’attivismo coinvolge non solo l’ente Parco Archeologico della Valle dei Templi ed alcune associazioni locali, ma anche imprese di rilievo nazionale che hanno avviato importanti progetti di ricerca proprio ad Agrigento.
Da oltre un anno è attivo nel territorio della Città dei templi, un importante Ricerca per il recupero, la validazione e la valorizzazione nel settore del biologico, delle specie ortive siciliane in via di estinzione. Un progetto di rilevanza internazionale in cui si sperimentano pratiche di economia circolare ed a chilometro zero. L’obiettivo dei progettisti è quello di realizzare un organismo agricolo che ri-assume centralità nel contesto urbano. E’ stato realizzato, infatti, un grande “campo collezione” di diverse specie e varietà ortive tradizionali siciliane del Mediterraneo in cui i semi di alcune varietà ortive vengono riprodotte in loco ed in biologico. I semi sono stati raccolti da piante caratterizzate e selezionate sulla base delle caratteristiche agronomiche e per tratti qualitativi del prodotto. Sono poi stati migliorati geneticamente e sottoposti ad analisi di caratterizzazione qualitativa finalizzate all’ottenimento di disciplinari di produzione adatti al settore del biologico. Insomma, un progetto ambizioso che prevede il recupero di almeno 120 varietà ortive da iscrivere nel Registro dei materiali biologici eterogenei, istituito per il settore del biologico sulla base della Direttiva Europea. Il progetto “Terre del Barone” di Agrigento è stato avviato da un gruppo imprenditoriale pugliese in A.T.I. con EcorNaturaSì S.p.A. che, con i suoi 400 negozi ed oltre 250 aziende agricole biologiche e biodinamiche , in Italia è il leader della commercializzazione dei prodotti biologici e biodinamici. Il progetto coinvolge diverse Università ed Istituti di Ricerca tra cui il Dipartimento di Bio-Economia del CNR, il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione ed Ambiente dell’Università di Catania, Legambiente Nazionale, ACEA Innovation, Fondazione Seminare il Futuro. Agrigento inoltre ha ospitato la seconda giornata della Winter School Sicily del progetto BRESOV che ha permesso di riunire oltre 130 partecipanti tra professori, ricercatori e dottorandi e studenti provenienti da dodici Paesi Europei (Italia, Austria, Croazia, Germania, Grecia, Regno Unito, Malta, Portogallo, Spagna, Romania, Serbia-Herzegovina, Svizzera), oltre che da Cina, Corea del Sud, Turchia,Tunisia, Libano. Sono stati così presentati al mondo accademico i primi risultati della ricerca. Ma non è finita. In queste settimane si lavora per l’importante appuntamento di febbraio (si svolgerà a New York presso la Rockefeller Foundation) in cui sarà presentato il progetto ed i primi risultati della ricerca fatta ad Agrigento. Per il contesto in cui si inserisce l’attività di Ricerca, si potrebbe parlare di un grande esperimento di agro ecologia; la direzione scientifica del progetto è stata affidata a Giuseppe Barbera dell’Università di Palermo, tra i maggiori esperti di paesaggio rurale e processi agroecologici, mentre l’attività di ricerca è affidata a Ferdinando Branca dell’Università di Catania. Spiega Ferdinando Branca che “Il progetto di Agrigento pone la centralità sulla riduzione dei costi di produzione, tema che sta mettendo in crisi l’agricoltura convenzionale. I metodi e le tecniche colturali valutate e validate ad Agrigento – continua -costituiscono importanti tasselli per predisporre i protocolli di produzione in biologico essenziali per le colture. Presso l’azienda “Terre del Barone” di Agrigento abbiamo avviato dallo scorso aprile campi collezione per la valutazione di diverse varietà tradizionali siciliane di basilico, carciofo, cipolla, fava, pomodoro, melanzana, melone serpentino e zucchino”
LORENZO ROSSO
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