AGRIGENTO. Il coordinamento Titano, composto da alcune associazioni dei consumatori della provincia di Agrigento, “sprona” i sindaci dei Comuni inadempienti a votare al più presto la bozza dello statuto della nuova azienda consortile idrica per evitare la perdita dei finanziamenti europei. “Tutti gli adempimenti di legge – spiega Tony Licata che fa parte del coordinamento – che l’assemblea e i sindaci dell’Ati avrebbero dovuto mettere in campo per concludere il percorso costituente del nuovo gestore pubblico sono rimasti incompiuti, tanto che è dovuto intervenire il livello regionale in extremis inviando un commissario per ovviare ai pericolosi ritardi accumulati da un’Ati incapace di fare sintesi tra le diverse anime che agitano l’assemblea”. Tra i Comuni che ancora non hanno approvato la bozza ci sono anche Agrigento e Sciacca. “E’ evidente il contrasto tra l’interesse comune e l’operato dell’Ati o parte di essa – aggiungono le associazioni – anche sul tema sostanziale della gestione comunitaria delle risorse idriche dell’ambito. Se da un lato ci sono otto comuni che, dal loro legittimo punto di vista, pensano che mantenere la gestione autonoma faccia gli interessi dei propri cittadini (secondo noi a torto), dall’altro ci sono trentacinque comuni che, salvo casi isolati, incredibilmente, non si esprimono. Se non si mettono davvero in comune le risorse idriche dell’ambito (cioè di tutti), se non si arrivasse alla corretta definizione del piano d’ambito corredato di piano economico finanziario comprensivo di tutti e 43 i comuni non si potrebbe avviare la tanto agognata azienda consortile, perdendo così trecento milioni di finanziamenti ministeriali”.
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