Il Gip del Tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, ha accolto la richiesta dell’avvocato Salvatore Manganello, e ha revocato la misura degli arresti domiciliari, sostituendola con quella dell’obbligo di dimora, a carico del 43enne, bracciante agricolo di Canicattì, arrestato nel dicembre scorso, con l’accusa di aver abusato sessualmente, in almeno tre occasioni, della figlia minorenne. L’uomo, che ha sempre respinto le accuse, era finito prima in carcere a San Cataldo, e in seguito ai domiciliari in casa della suocera, che vive fuori la provincia di Agrigento.
L’ordinanza di custodia cautelare, era stata chiesta ed ottenuta dal sostituto procuratore Gloria Andreoli, che ha coordinato la delicatissima inchiesta. La ragazzina, poco meno che quattordicenne, è stata allontanata dalla casa, e adesso si trova, in una comunità protetta L’arresto del bracciante agricolo è stato eseguito, la mattinata del giorno dell’Immacolata, dai carabinieri della Compagnia di Canicattì.
L’indagato, durante il drammatico interrogatorio di garanzia, davanti al Gip e Pm, in lacrime aveva respinto le accuse. La difesa dell’indagato ha anche prodotto alcuni documenti, in seguito ad indagini difensive, che entrerebbero in contrasto con la versione raccontata dalla minore: “Nessuna violenza sessuale è stata consumata”.
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