“Se tocchi l’acqua ti faccio un buco in testa”. È una delle frasi che avrebbe rivolto il quarantottenne narese A.S., ad un vicino di casa, dopo uno dei tanti alterchi, riconducibili a questioni condominiali. In un’altra occasione l’uomo, e la moglie, F.F., quarantasettenne, anche lei narese, con un coltello da cucina, e una spranga, avrebbero prima minacciato il vicino e la coniuge. Poi si sarebbero avventati contro gli stessi, procurando loro dei traumi sparsi sul corpo.
Dopo la denuncia delle presunte vittime, la vicenda è approdata in un’aula di tribunale. Il giudice monocratico di Agrigento, Antonio Genna, al termine del processo, ha assolto la coppia di coniugi naresi, dai reati di violenza privata, minacce gravi, lesioni personali, e detenzione di strumenti atti ad offendere, portati in un luogo pubblico.
Accolte le tesi difensive proposte dai legali difensori degli imputati, gli avvocati Giuseppe Vinciguerra e Ignazio Terranova. La violenza privata – secondo l’accusa – si sarebbe concretizzata, nel momento in cui, il quarantottenne aveva manomesso la condotta idrica condominiale, tagliando un tubo dell’acqua.
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