La prima Domenica della Festa, dopo due anni di pandemia, e’ piaciuta moltissimo e oserei affermare, anche a Calogero giunto, come non accadeva da 40 anni, in largo anticipo, alle ore 17 al Santuario dell’Addolorata con la messa celebrata alle 18 e rimettersi in processione dopo le 20.
Erano in pochi a crederci che tutto sarebbe filato liscio come l’olio, che nessuno, proprio nessuno, sarebbe salito sul simulacro a toccare, baciare ed asciugare il Santo e cosi e’ stato fino alla fine.
Ed anche in serata dopo i giochi di fuoco, quando, per decisione concordata, il Simulacro, trascinato da due cordoni a due passi dal Santuario e’ stato portato a spalla dai portatori, tutto e’ andato benissimo e Calogero alle ore 24 e’ rientrato nella sua Casa.
Una grande prova di maturità e responsabilità da parte dei portatori, preparati a questa difficile scelta da settimane, tramite una chat interna voluta dal Direttivo, che ha sancito che le regole e le indicazioni diramate dalle Autorità andavano osservate e rispettate fino alla fine.
A mezzogiorno in punto quando il Santo e’ stato consegnato al popolo, al suono della campana, al ritmo incessante dei tamburi ed alla tradizionale Zingarella della Banda e’ partita la prima domenica della Festa.
La processione mattutina e’ stata accompagnata per tutto il lungo percorso dal Delegato della Curia Don Gerlando Montama e alcuni Sacerdoti e nei pressi del Seminario Vescovile in Via Duomo, la sorpresa graditissima del l’Arcivescovo Damiano che ha voluto farsi immortalare con la sua gente, i portatori e i devoti presenti.
Una presenza robusta di Forze dell’ordine, alcuni invisibili ed altri pronti all’impiego ha garantito, con equilibrio e senza alcun intervento, legalità e ordine alla giornata africana con un bollino che ha sfiorato i 35 gradi.
E’ piaciuta davvero a molti questa regola di non toccare il Santo e sono in tantissimi, anche tra i portatori e fedeli, ad aver apprezzato la linea responsabile decisa dalle Autorità e digerita da tutti.
Una decisione fortissima che ha rafforzato la devozione e la fede verso San Calogero e che deve essere vista in una visione diversa, con uno sguardo al passato e una prospettiva futura di equilibrio e moderazione alla manifestazione più attesa, più popolare in assoluto della città.
Ed allora non ci resta che gridare ancora “Evviva San Calo’.
Foto Giuseppe Greco