In un clima certamente non del tutto sereno, inizia ufficialmente la campagna elettorale in vista del prossimo 25 settembre, giorno in cui gli italiani rinnoveranno il Parlamento, eleggendo 400 deputati e 200 senatori. Un totale di 600 parlamentari, per la prima volta notevolmente inferiore rispetto al passato che, tra deputati e senatori, invece era di 945. Ciò in conseguenza della legge costituzionale del 19 ottobre 2020, n. 1, in attuazione dell’esito del referendum popolare del luglio precedente.
I problemi sul tappeto sono a tutti noti: da quelli che riguardano il mondo della scuola nei vari settori a quelli della sanità, a quelli del lavoro e della perdita di valore dei salari per l’aumento vertiginoso dei prezzi su tutto, alla pesante pressione fiscale, alla necessità di pianificare ragionevolmente le imposte patrimoniali, evitando quanto meno inasprimenti eccessivi della tassa di successione, ecc. ecc. per non parlare poi della necessità di una riforma della giustizia davvero però garantista di tutte le parti in causa con particolare attenzione alla situazione carceraria, dove dilaga la piaga dei suicidi; con tutto quello che questi suicidi significano, assolutamente in contrasto con lo spirito della nostra Costituzione. O, infine, ma non per ultimo, alla necessità pure di fare qualche riforma per assicurare stabilità al potere esecutivo, magari accogliendo la proposta dell’elezione diretta del premier, senza con questo toccare l’assetto costituzionale della nostra Repubblica, che è bene resti parlamentare.
Sappiamo bene che cosa succede quando a comandare è uno solo, un solo Partito, una sola ideologia, un solo sistema: il confronto ed il dialogo, gli errori e le debolezze devono aiutare a crescere ed a maturare una sempre migliore coscienza civile, sempre più perfettibile puntando ai grandi valori di libertà, solidarietà, giustizia sociale, ecc. ecc. ecc…Uno sforzo sempre “in fieri”… sempre ! così come è nella natura umana che anela sempre a migliorare, quando si tengono a bada gli istinti peggiori.
A Rimini, lo hanno ricordato e lanciato in tanti; non lo ha tralasciato lo stesso Draghi, che anzi ha voluto chiaramente sottolinearlo. E Draghi, oltre ad invitare poi ad immunizzarsi dalle varie forme di “protezionismo”, “isolazionismo”, “autarchia”, “sovranismo ”, ha tenuto quasi a precisare che “le decisioni prese dal governo segneranno il futuro”,. E, preservando lo spirito repubblicano, ha poi testualmente detto “Sono sicuro che di qualunque colore sarà il governo, ce la farà a superare tutte le difficoltà”.
Chi dovesse ricorrere a diffondere spauracchi del genere o altre forme comunque camuffate di tossicità, oltre a non favorire, anzi danneggiare, la democrazia, probabilmente, – (data la maturità fortunatamente ormai raggiunta da larghe fasce di elettori) – danneggerebbe la propria causa. Proprio quella che , a suo modo (assai dannoso e sbagliato), vorrebbe invece favorire.
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