I giudici della Corte d’assise di Alessandria hanno rigettato la richiesta di scarcerazione presentata dall’avvocato Salvatore Pennica per Giovanni Salamone, 62 anni, di Agrigento, condannato all’ergastolo per l’omicidio della moglie Patrizia Russo, 53 anni, uccisa il 16 ottobre 2024 a coltellate nella loro abitazione di Solero, in Piemonte. L’uomo resta in carcere. Contestualmente, i giudici hanno disposto una perizia psichiatrica per accertare se le condizioni di salute del detenuto siano compatibili con la detenzione carceraria. Secondo una consulenza della difesa, Salamone soffrirebbe di una forma di depressione grave che richiede il ricovero in una struttura specializzata adeguata.
L’incarico e’ stato affidato alla psichiatra Sarah Di Marco, che dovra’ depositare la relazione entro il 9 dicembre. “Quando ho ucciso mia moglie Patrizia Russo ero posseduto da Satana”, aveva detto l’agrigentino. L’uomo aveva colpito la coniuge con numerose coltellate mentre si trovava ancora a letto. Dietro al terribile gesto ci sarebbe stato un forte stato depressivo riconducibile a problemi di natura economica. Salamone, ascoltato nel corso del processo, ha detto di “essere stato armato dal dio del male per uccidere la moglie Patrizia”. Dalla difesa era stata ribadita la richiesta di perizia psichiatrica, prima respinta, adesso accolta.
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