“La prevenzione è il punto fondamentale della salute pubblica. A cominciare dalla prevenzione materno-infantile e riproduttiva. Perché garantire i percorsi di tutela della salute della donna e del bambino e sostenere una genitorialità consapevole, promuovere l’accesso ai consultori, ai servizi territoriali, assicurare una diagnosi precoce e accompagnare le famiglie in tutte le fasi della vita riproduttiva non è solo prevenzione clinica, bensì un investimento sociale. E su questo punto dobbiamo tenere alta l’attenzione”. Con queste parole il presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri (Omceo) di Agrigento, Santo Pitruzzella, ha aperto i lavori alla giornata di studio sul tema “Prevenire è meglio che curare e allora… all’opera”, dedicata al Piano regionale della Prevenzione 2020-2025, con uno speciale focus sui primi mille giorni di vita del bambino e sulla salute materno-infantile, che si è svolta questa mattina, nella sala Ciccio Geraci dell’Ordine dei medici.
Un evento che ha unito diverse professionalità “che si occupano dei bambini, soprattutto nel primo anno di vita – spiega Gina Bosco, direttore del dipartimento di Prevenzione all’Asp di Agrigento – e delle attività che girano attorno alla sua salute per far sì che il bambino superi il primo anno e sarà pronto ad affrontare il resto della sua vita in piena salute”. Inevitabile, dunque, il riferimento al Piano di Prevenzione “inserito nel sistema nazionale di sanità pubblica – aggiunge Angelita Butera, coordinatore del Piano di Prevenzione dell’Asp di Agrigento – che serve da supporto per le attività previste nei Lea, a dare salute alla popolazione e garantire equità e trasparenza in tutte le attività che mettono al centro il cittadino e il bisogno di salute”.
Il convegno nasce dal protocollo d’intesa stipulato tra l’associazione culturale Pediatri Empedocle, presieduta da Giusi Ippolito, e l’Asp. “La prevenzione è importantissima sin dai primissimi giorni di vita, anzi, dalla gravidanza – commenta Ippolito – Prevenzione significa vaccinazioni, sana alimentazione, nascere e vivere in un ambiente sano, comunicare e avere una scuola a alla portata di tutti e, soprattutto, prevenzione significa inclusione”. I primi mille giorni di vita del bambino, dunque, sono fondamentali anche perché si rispecchiano nell’età adulta ed è importante “sottolineare l’importanza di tutti quei fattori che possono influenzare la salute del bambino e, a lungo termine, dell’adulto – dichiara Simona La Placa, direttore del reparto di Neonatologia all’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani – valutando i fattori di protezione della salute e di rischio per le malattie croniche non trasmissibili, ad esempio diabete, ipertensione, obesità”.
Ma anche “prevenzione dei disturbi del neurosviluppo in età evolutiva – sottolinea Giovanna Gambino, neuropsichiatra infantile a Palermo – secondo i principi di alleanza tra il neuropsichiatra infantile e il pediatra di famiglia che è fondamentale perché, nella prima fascia di età, è importante che il pediatra si occupi dell’intercettazione degli indicatori clinici prioritari per valutare l’entità del rischio dei disturbi del neurosviluppo”.
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