I giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara, hanno disposto la condanna nei confronti di tre canicattinesi accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Inflitti 7 anni e 3 mesi di reclusione nei confronti di Antonio Maira, 75 anni; 4 anni e 8 mesi ad Antonio La Marca, 35 anni, e Giovanni Turco, 25 anni. Tra gli episodi contestati anche una estorsione ai danni della proprietaria di un magazzino a Canicattì.
“Chi gli toglie il pane a mio nipote io gli tolgo la vita..”. Sarebbe questa la frase pronunciata da Antonio Maira, ritenuto figura di spicco della Stidda, per commettere un’estorsione mafiosa ai danni della proprietaria del magazzino.
Maira, paventando la sua appartenenza alla Stidda, avrebbe minacciato e costretto la donna a non affittare i suoi locali a soggetti che avevano intenzione di aprire una officina e che avrebbero potuto dunque creare concorrenza a La Marca, titolare della medesima attività commerciale. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Agrigento e dal Commissariato di Canicattì sono iniziate ad aprile dello scorso anno in seguito al danneggiamento seguìto da incendio che ha interessato la saracinesca di un magazzino.
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