Un dialogo per la Giornata contro la violenza sulle donne Donne con gli studenti del Liceo Classico e Musicale Empedocle
C’è un momento, nella vita di una scuola, in cui la didattica si apre, respira, si fa incontro. quello che accade al Liceo Classico e Musicale “Empedocle” che ha trasformato il Cinema Concordia di Agrigento in un’aula speciale: uno spazio di confronto, ascolto e consapevolezza. Gli studenti del ginnasio hanno incontrato Adriana Pannitteri, giornalista Rai e scrittrice, voce autorevole da anni impegnata nel racconto e nella denuncia della violenza di genere.
L’iniziativa nasce dalla volontà della dirigente scolastica Marika Helga Gatto, che ha scelto di celebrare la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne con un momento reale di dialogo, non un semplice rito calendariale. «Incontri come questi servono per trasmettere valori – afferma la preside – non solo alla comunità scolastica, ma all’intera città. Oggi siamo orgogliosi di portare ad Agrigento una giornalista che ha dedicato il suo lavoro alla riflessione sul femminicidio e sul rispetto».
L’appuntamento è inserito nel Progetto Lettura, curato dalle professoresse Parisi, Romei e Siracusa, che da anni propone agli studenti un contatto diretto con gli autori. I ragazzi hanno affrontato due opere della giornalista: Il sangue delle donne, un viaggio nelle storie delle vittime e nelle ferite lasciate nelle loro famiglie, e Adima e folle di mia zia Clarabella, romanzo intimo e autobiografico che ha permesso ai giovani di avvicinarsi al tema dell’abbandono con una sensibilità nuova.
La professoressa Caterina Parisi ricorda come la scelta dell’autrice risalga all’anno scorso, quando alcune pagine di Il sangue delle donne avevano colpito profondamente il corpo docente. «Grazie alla collaborazione con DEMEA Eventi Culturali siamo riusciti a portare la giornalista ad Agrigento. I ragazzi hanno letto, sottolineato, discusso queste pagine: ne sono usciti emozionati e più consapevoli».
Sul palco, Adriana Pannitteri porta subito l’attenzione sulla responsabilità del racconto. «Talvolta della violenza di genere si parla non bene – spiega – perché si riduce tutto a un altro femminicidio, o si spettacolarizza il dolore. Non serve mostrare chiazze di sangue: serve capire le radici del dramma». La giornalista invita poi a guardare ai segnali, alle dinamiche che spesso anticipano la violenza fisica. «Oggi mi raccontavano di una ragazza che ha rinunciato a una gita perché il fidanzato non poteva geolocalizzarla. Il controllo non è amore. Bisogna dirlo chiaramente ai ragazzi».
L’incontro scorre tra letture, domande e riflessioni. Pannitteri distingue i due libri al centro del progetto: Il sangue delle donne, nato da testimonianze e contributi di esperti, e Adima e folle di mia zia Clarabella, che affronta il tema dell’abbandono con uno sguardo femminile lontano dalle cronache di violenza maschile a cui siamo abituati.
E quando gli applausi riempiono la sala del Concordia, emerge una consapevolezza chiara: non si tratta di un episodio isolato, ma di un percorso educativo che il Liceo porta avanti con costanza, responsabilità e visione.
Un lavoro culturale continuo, che stamattina ha trovato un’altra tappa importante.
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