Cinquanta giorni senza la trentottenne favarese, Marianna Bello, “inghiottita” dal fiume d’acqua lo scorso 1 ottobre, e ritrovata senza vita 19 giorni dopo ininterrotte ricerche in mezzo alla vegetazione lungo il corso del fiume “Naro” a Cannatello. “Un mese fa si spegneva ogni speranza – ricorda il sindaco di Favara, Antonio Palumbo -. Ho visto soccorritori, pezzi dello Stato, persone comuni, sconosciuti, piangere come se tra i canneti fosse stata ritrovata la propria sorella, figlia, moglie. Tutti abbiamo pianto quel giorno. Appena un mese fa, dopo settimane di fango e fatica”.
“E’ passato appena un mese da quando Marianna è stata affidata all’eternità. Non dimenticheremo lei, né la sua famiglia”, ha concluso il primo cittadino. La morte della donna è oggetto delle attenzioni della Procura di Agrigento. Sarà perché manca l’ufficialità dell’apertura di un’inchiesta giudiziaria. Tutto ruota attorno al grado di allerta meteo diramato quel giorno dalla Protezione civile regionale e allo stato di abbandono del collettore delle acque piovane mancante delle griglie di chiusura. Se la magistratura individuerà eventuali responsabili, i familiari di Marianna sono pronti a costituirsi parte civile.
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