Tranne l’imprenditore edile agrigentino Alessandro Vetro, tutti gli indagati convocati ieri dal gip del tribunale di Palermo, Carmen Salustro, per gli interrogatori preventivi hanno risposto alle domande e hanno respinto le accuse nell’ambito dell’inchiesta che ha travolto, tra gli altri, l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro. “Abbiamo chiarito la nostra posizione, rispetto alle domande che sono state poste”, ha detto Saverio Romano parlamentare di Noi Moderati.
“Ho trovato qualche difficoltà a trovare un collegamento tra i capi d’imputazione e i fatti quali si sono verificati, e ho spiegato perché – ha continuato Romano -, ho dovuto dire alcune cose che mi risultano personalmente, facendo un’esegesi di intercettazioni che non sono mie. Non c’era nessun patto tra me e questi signori”, ha proseguito Romano, riguardo all’accusa contestata, ovvero di avere sponsorizzato l’affidamento di un subappalto di una gara bandita dalla Asp di Siracusa e vinta dalla “Dussmann Srl”, alla “Euroservice” di Sergio Mazzola, imprenditore che sarebbe stato a lui vicino.
“Non c’è un’intercettazione o una chat in cui si possano evincere accordi illeciti”, ha concluso Romano. Gli interrogatori riprendono oggi. Davanti al gip compariranno Antonio Abbonato, Salvatore Cuffaro, il capogruppo Dc all’Ars Carmelo Pace e il collaboratore dell’ex governatore Vito Raso. Il giudice poi si dovrà pronunciare sulle richieste di arresto e decidere quali misure adottare nei confronti dei diciotto coinvolti nell’inchiesta su corruzione, associazione per delinquere e turbata libertà degli incanti.
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