Ha fatto scena muta, Alessandro Vetro, l’imprenditore di 45 anni di Favara, e amministratore unico della “Mgv Costruzioni”, comparso oggi davanti al gip di Palermo, Carmen Salustro, per l’interrogatorio nell’ambito dell’inchiesta su presunti appalti e concorsi truccati che vede al centro l’ex governatore siciliano Totò Cuffaro. La Procura chiede gli arresti domiciliari di diciotto persone fra cui l’imprenditore e l’ex governatore. Vetro si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’imprenditore è accusato di corruzione per una vicenda legata al Consorzio di Bonifica.
L’ex presidente della Regione avrebbe chiesto a Vetro di modificare un documento relativo a un bando di gara, assicurando l’intervento di un componente della commissione. In un’altra intercettazione, Cuffaro avrebbe ricevuto una somma di denaro di 25 mila euro da parte di Vetro che poi Carmelo Pace, deputato e capogruppo all’Ars della Democrazia cristiana, avrebbe fatto avere al presidente del Consorzio di bonifica della Sicilia occidentale, Giovanni Giuseppe Tomasino, per favorire l’imprenditore sull’aggiudicazione di alcune gare di appalto. Lo stesso Tomasino si è difeso davanti al gip di Palermo, nel corso dell’interrogatorio preventivo.
“Non conosco l’imprenditore Vetro e non mi risulta abbia partecipato ad alcuna gara indetta dal Consorzio di Bonifica”, ha detto. Anche un altro agrigentino indagato, il manager Roberto Colletti, è stato interrogato questa mattina. “Nessuna utilitas dalla nomina all’ospedale Villa Sofia Cervello. Il dottore Colletti era stato già dirigente all’Arnas Civico, considerato di fascia A, mentre il Villa Sofia Cervello è di fascia B”, ha detto l’avvocato Giuseppe Di Stefano dopo l’interrogatorio. L’ex direttore generale ha risposto al giudice. “Abbiamo chiarito la nostra posizione, ci aspettiamo un provvedimento favorevole”, ha detto il legale.
“Non si è trattato di un concorso, ma di una graduatoria per la stabilizzazione di tutti gli operatori socio sanitari in servizio. Si trattava di lavoratori che erano stati chiamati durante l’emergenza Covid e senza quella graduatoria sarebbero stati mandati a casa”. Così si è difeso Antonio Iacono, direttore del Trauma center dell’ospedale Villa Sofia nel corso dell’interrogatorio al Gip. “Non c’è stato dunque alcun favoritismo tanto che poi furono tutti stabilizzati. I 15 vincitori avevano già un contratto a tempo determinato e sarebbe stati assunti a tempo indeterminato – ha spiegato -. Gli altri avrebbero perso il lavoro. Mi si contesta di aver ricevuto in cambio la promessa di un avanzamento di carriera ma io avevo ritirato la mia candidatura da tempo perché non ero interessato”, ha concluso.
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