Sono trascorsi tre giorni da quando Marianna Bello, 38 anni, madre di tre figli, è stata travolta dalla furia dell’acqua nel vallone di contrada Malvizzo, tra Favara e Agrigento. Da allora non si hanno più notizie di lei. Le ricerche, che vedono impegnati Vigili del Fuoco, Carabinieri, Protezione Civile e volontari, continuano senza sosta ma finora con esito negativo.
Il ritrovamento di una scarpa nel corso del primo giorno aveva fatto temere il peggio, ma i familiari hanno escluso che appartenesse a Marianna, parlando di un rifiuto trascinato via dall’acqua. Un dettaglio che rende ancora più amara l’attesa, sospesa tra la speranza e la rassegnazione.
Intanto, il paese vive ore di silenzio e apprensione. A Favara, in tanti si stringono intorno alla famiglia della giovane donna, conosciuta e benvoluta, mentre sui social scorrono parole di incoraggiamento e preghiere. Ma cresce anche la rabbia per una tragedia che forse poteva essere evitata.
Il sindaco di Favara, Antonio Palumbo, ha ricordato come i caditoie e i tombini della zona fossero stati ripuliti prima dell’estate. Un dato che, tuttavia, non placa le polemiche: i cittadini denunciano da anni la fragilità di un territorio che si trasforma in una trappola mortale a ogni bomba d’acqua.
Il ricordo torna inevitabilmente al giovane di 24 anni annegato a settembre in un sottopasso allagato, o alla tragedia di via del Carmine, quando un uomo perse la vita nel fango. Episodi che lasciano una ferita aperta nella comunità e sollevano interrogativi sulla sicurezza idrogeologica.
Nelle ultime ore, i soccorritori hanno intensificato le ricerche lungo il torrente che confluisce nel fiume Naro, dove la corrente potrebbe aver trascinato lontano il corpo della donna. “Non ci fermeremo finché non troveremo Marianna”, assicurano le squadre operative. Favara resta col fiato sospeso, in un misto di dolore e speranza. Ogni ora che passa sembra più difficile, ma nessuno vuole smettere di credere che un miracolo sia ancora possibile.
Le ricerche della trentottenne Marianna Bello continuano senza sosta. Giorno e notte. I soccorritori non si sono fermati un solo attimo dalla mattina di mercoledì quando la donna è stata inghiottita dal fiume d’acqua. Uomini e donne dei vigili del fuoco, della protezione civile, del 118, delle forze dell’ordine e numerosi volontari non si stanno risparmiando nelle ricerche della dispersa. “Un particolare ringraziamento va ai tanti cittadini favaresi che si sono messi a disposizione, che hanno aiutato nelle ricerche a dimostrazione del grande cuore di Favara”, ha detto il sindaco Antonio Palumbo.
Nella giornata di ieri i vigili del fuoco hanno trovato il portafogli e una scarpa. Il portafogli con all’interno la foto di uno dei tre figli piccoli è stato riconosciuto dal marito. I due accessori sono stati trovati in mezzo al fango lungo il vallone che porta al depuratore. Visto il ritrovamento degli oggetti, è stato deciso di concentrare maggiormente le ricerche in quella zona. In azione, nell’area dei vicini canneti, anche gli escavatori dei pompieri. Ma si continua a perlustrare il fiume Naro fino al mare di Cannatello.
Nei luoghi delle ricerche, ieri, è arrivato il procuratore capo di Agrigento, Giovanni Di Leo, ma al momento non risulta aperta alcuna inchiesta dalla Procura della Repubblica. In questa fase tutta l’attenzione è rivolta al ritrovamento della favarese, anche se in tanti si interrogano sul perché le grate del collettore delle acque bianche di piazza della Libertà erano aperte. Proprio quel collettore ha “inghiottito” la trentottenne dispersa.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp