Il fermo non è stato convalidato, ma resta in carcere. Questa la decisione del gip del tribunale di Caltanissetta Santi Bologna, nei confronti di Simone Sciortino, 23 anni, di Agrigento, fermato dai carabinieri nell’ambito dell’inchiesta sulle famiglie mafiose di Villaseta e Porto Empedocle. Il gip non ha convalidato il fermo ma ha applicato lo stesso la misura cautelare in carcere, nonché si è dichiarato incompetente per territorio disponendo la trasmissione degli atti ai magistrati della Dda di Palermo.
Simone Sciortino resta detenuto nel carcere di Caltanissetta. L’indagato, difeso dall’avvocato Alba Raguccia, nel corso dell’interrogatorio si era avvalso della facoltà di non rispondere. E’ accusato di far parte del clan mafioso di Villaseta e, in particolare, sarebbe stato un componente del gruppo di fuoco che ha messo a segno almeno cinque intimidazioni, con auto incendiate e pistolettate contro case e attività commerciali, sempre per contrasti legati al mercato della droga, debiti non pagati o spaccio senza autorizzazione, in tutti casi deliberati dal carcere dal 33enne James Burgio, ritenuto a capo del clan.
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