L’ex avvocatessa narese, Angela Porcello, condannata a 9 anni, 1 mese e 23 giorni di reclusione nella maxi inchiesta antimafia “Xidy”, lascia il carcere dopo quattro anni e va agli arresti domiciliari a Palermo, con il braccialetto elettronico. Lo hanno disposto i giudici della seconda sezione penale della Corte di Appello di Palermo, presieduta da Gabriella Di Marco, in accoglimento dell’istanza dell’avvocato Giuseppe Scozzari. La Corte di appello, che aveva rigettato una prima richiesta di scarcerazione avanzata alcuni mesi fa, questa volta ha ritenuto meritevole l’istanza della difesa. I giudici hanno così concesso all’ex penalista una misura meno afflittiva anche alla luce del “buon comportamento processuale ispirato alla collaborazione in favore dell’Autorità giudiziaria e del suo mutato atteggiamento in termini di presa di distanza dalla consorteria mafiosa agrigentina”.
Angela Porcello è stata condannata per associazione mafiosa e agevolazione delle comunicazioni dei detenuti sottoposti al 41bis. A metà dello scorso febbraio, la Corte d’appello aveva parzialmente confermato la sentenza di condanna di primo grado, assolvendola per inutilizzabilità delle prove dal delitto di falsità ideologica mediante induzione in errore del pubblico ufficiale.
“Considerato che è arrivata la motivazione della sentenza del tribunale di Agrigento dalla quale risulta che le dichiarazioni della Porcello hanno assunto un ruolo piuttosto rilevante ai fini della decisione assunta dal tribunale agrigentino – scrivono ancora i giudici motivando la decisione di concedere i domiciliari – che dalla lettura della sentenza si evince che le statuizioni di condanna si basano anche sulle dichiarazioni etero-accusatorie rese dalla Porcello nel corso delle udienze del 17 luglio 2024 e del 5 settembre 2024 in cui la stessa ha offerto al vaglio del tribunale un ulteriore e chiaro spaccato del mondo da cui ha più volte dichiarato pubblicamente di essersi dissociata”. Porcello è stata cancellata dall’albo con delibera dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Agrigento il 12 febbraio del 2021. Alla sostituzione della misura cautelare c’è stato anche il parere favorevole del Procuratore generale che ha tenuto conto del tempo trascorso e del mutato atteggiamento della condannata.
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