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Home » Canicattì » Sequestro di beni a 50enne: valore 600 mila euro

Sequestro di beni a 50enne: valore 600 mila euro

24 Giugno 2025
in Canicattì, Cronaca, evidenza
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I poliziotti della Questura di Agrigento hanno eseguito un decreto di sequestro di beni del valore di 600 mila euro a carico di un canicattinese pregiudicato cinquantenne e del suo nucleo familiare. Il provvedimento, finalizzato alla confisca di beni, è stato emesso dal Gip del Tribunale di Palermo – sezione misure di prevenzione – su proposta del questore di Agrigento Tommaso Palumbo. I sigilli sono stato apposti a un intero compendio aziendale, 15 veicoli, 4 terreni, un motore per imbarcazione e vari rapporti finanziari. La proposta che ha condotto il Tribunale a disporre il provvedimento prende in esame “l’elevata pericolosità sociale manifestata nel corso degli anni dall’uomo”.

Questi, già sottoposto alla misura della Sorveglianza speciale di Pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno applicatagli dal Tribunale di Agrigento nel 1998 in relazione ai procedimenti penali pendenti per numerosi reati contro il patrimonio nonché condannato in via definitiva per reato di riciclaggio commesso nel 2004, è stato raggiunto nel 2018 dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere per tentata estorsione aggravata e detenzione ai fini di spaccio commessi negli anni 2017-2018 in concorso con soggetto appartenente ad associazione mafiosa denominata “stidda” operante in territorio agrigentino.

Per tali fatti, il cinquantenne è stato condannato dal Tribunale di Agrigento alla pena di anni 4 e mesi 4 di reclusione, con sentenza confermata dalla Corte d’Appello di Palermo nel novembre 2024. “Nessun dubbio, dunque – scrive la Questura -, residua sulla pericolosità sociale del proposto, considerate le ulteriori condotte poste in essere anche successivamente a tali fatti che corroborano il suo profilo criminale per reati in materia di stupefacenti e di riciclaggio”.

L’indagine sui flussi economici svolta dai poliziotti della Divisione Polizia Anticrimine, prende in esame un significativo arco temporale, e “ha evidenziato – continua la Questura – una sproporzione tra i redditi dichiarati e le spese accertate del nucleo familiare del proposto, tale da ritenerlo quale soggetto che vive abitualmente con proventi dell’attività delittuosa”.

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Tags: benisequestro
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