Il protocollo antimafia sottoscritto il 20 giugno 2025 tra la Prefettura di Agrigento e la Procura della Repubblica rappresenta un momento cruciale nella lotta alla criminalità organizzata in Sicilia. E’ il parere della CGIL di Agrigento, espresso attraverso il comunicato del Segretario Generale Alfonso Buscemi.
“In un momento in cui la politica nazionale e regionale sembra aver smarrito la bussola della lotta alle mafie – afferma Buscemi – e in cui anche la società civile, travolta da emergenze quotidiane come la disoccupazione, la precarietà e l’impennata del costo della vita, fatica a trovare voce e forza per pretendere giustizia e trasparenza, questo protocollo rappresenta una luce accesa nel buio dell’indifferenza.”
Il protocollo firmato ad Agrigento prevede principalmente: Scambio informativo bidirezionale: La Prefettura potrà adottare provvedimenti interdittivi nei confronti di imprese a rischio anche sulla base di elementi investigativi forniti dall’autorità giudiziaria, mentre le forze dell’ordine potranno beneficiare delle informazioni raccolte in sede amministrativa. Protezione dei fondi PNRR e PNC: L’obiettivo primario è preservare da ogni forma di infiltrazione criminale gli interventi finanziati con le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del Piano Nazionale degli Investimenti Complementari. Rafforzamento dei controlli: Il protocollo consente di sviluppare meglio l’attività finalizzata ai controlli dei subappalti e di dare maggiore impulso alle attività ispettive presso i cantieri interessati dall’esecuzione di lavori pubblici.
Come ha dichiarato il Prefetto Caccamo, “La partecipazione della magistratura rinsalda i rapporti di collaborazione tra autorità amministrativa e giudiziaria in chiave di prevenzione antimafia”.Il Segretario Generale della CGIL nel suo comunicato aggiunge “A chi continua a dire che l’antimafia ostacola l’economia rispondiamo con forza che è la mafia a bloccare lo sviluppo, a impedire l’affermazione del merito, a togliere lavoro e dignità. Senza legalità non può esserci né crescita né libertà.”La mafia contemporanea, come sottolineato da Buscemi, “continua a insinuarsi nell’economia legale, a drogare il mercato, a soffocare la concorrenza sana e a sfruttare ogni spazio di ambiguità istituzionale”. Questa trasformazione richiede nuovi strumenti di contrasto, particolarmente nell’ambito degli appalti pubblici e dei fondi europei.
La protezione dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta una priorità assoluta. Il Ministero dell’Interno ha rafforzato il tracciamento antimafia degli investimenti del PNRR attraverso la Banca Dati Nazionale Unica della Documentazione Antimafia (BDNA). Questo strumento permette di acquisire una mappatura degli operatori economici coinvolti nel ciclo realizzativo degli interventi inclusi nel perimetro del PNRR.Il territorio agrigentino affronta numerose sfide strutturali che creano un terreno fertile per le infiltrazioni mafiose.
Il protocollo antimafia di Agrigento rappresenta un passo importante nella strategia di prevenzione delle infiltrazioni criminali, particolarmente significativo in un momento di crescente preoccupazione per il silenzio che circonda la questione mafiosa. Alfonso Buscemi evidenzia l’importanza del coinvolgimento della società civile e del mondo del lavoro in questa battaglia.Solo attraverso un approccio integrato che combini prevenzione, repressione e partecipazione democratica sarà possibile costruire un’economia davvero libera, pulita, fondata sui diritti e non sul ricatto.
Buscemi conclude sottolineando: “Il protocollo firmato ad Agrigento è un atto concreto, che va nella direzione giusta: rafforzare i controlli, favorire lo scambio di informazioni, presidiare con più forza i fondi pubblici e gli appalti, prevenire le infiltrazioni mafiose prima che diventino sistema.“Il nostro ringraziamento va al Prefetto, al Procuratore e a tutte le istituzioni coinvolte – conclude Buscemi – ma anche il nostro monito: la lotta alla mafia non può essere lasciata solo nelle mani della magistratura o delle forze dell’ordine. È compito della politica e dovere della società tutta, a partire dal mondo del lavoro. La CGIL, da sempre presidio di legalità e giustizia sociale, continuerà a stare in prima linea per un’economia libera, pulita, fondata sui diritti e non sul ricatto.”
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