Sequestrato l’intero cantiere per i lavori di consolidamento del costone a salvaguardia della zona archeologica e dell’abitato di Eraclea Minoa, in territorio di Cattolica Eraclea. Lo ha disposto il gip del tribunale di Agrigento, Giuseppa Zampino, in accoglimento della richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica. La vicenda è legata alla frana avvenuta nel febbraio 2024 che causò l’interdizione di via Minosse e lo sgombero delle sottostanti residenze estive. L’inchiesta nasce dall’esposto di uno dei proprietari delle abitazioni colpite dalla frana.
Sono tre gli indagati accusati di disastro colposo in concorso: si tratta di un 74enne di Agrigento, progettista e direttore dei lavori; di un 74enne, di Agrigento, funzionario del Genio civile nonché Responsabile unico del procedimento e di un 74enne, di Cattolica Eraclea, geologo. Al primo viene contestato il non aver osservato le norme riguardanti le indagini su terreni e sul costone, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate e le prescrizioni per la progettazione, esecuzione e collaudo delle opere a sostegno delle terreni e delle opere di fondazione.
Nei confronti del Rup, invece, la contestazione mossa è quella di non aver adempiuto agli obblighi derivanti dalla propria qualifica, nel non avere rilevato l’inadeguatezza del progetto esecutivo e nell’aver validato la perizia di variante redatta dal direttore dei lavori. Per il geologo, infine, l’accusa è di aver effettuato una evidente sottostima delle condizioni geomeccaniche non osservando le norme in materia di progettazione degli interventi di mitigazione del rischio geomorfologico. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Silvio Miceli, Maria Lo Giudice e Maria Laura Lo Presti. La persona offesa è rappresentata dall’avvocato Annalisa Russello.
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