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Home » Chiesa » Agrigento piange Francesco

Agrigento piange Francesco

23 Aprile 2025
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Papa Francesco, il dolore dei fedeli e il ricordo che resta: “Il suo messaggio ci accompagnerà sempre”


Roma – Sono migliaia le persone ancora raccolte tra piazza San Pietro e via della Conciliazione. Il volto è segnato dalla commozione, lo sguardo rivolto verso quella finestra che per anni ha custodito le parole di un Papa capace di farsi ascoltare dal mondo. Francesco non c’è più, ma il suo messaggio resta, vivo nel cuore dei fedeli che lo ricordano con amore e gratitudine.

«L’avevo visto in piazza a Pasqua, mi ero convinta si fosse ripreso», racconta Giuseppa Mangione, arrivata da Agrigento per fare visita alla figlia a Roma. «Poi la notizia, il giorno dopo. È stato uno schianto. Di lui ricorderò sempre la bontà, il modo in cui si poneva, la capacità straordinaria di comunicare. Trasmetteva un messaggio francescano che arrivava dritto al cuore».

Accanto al popolo in preghiera, anche le voci di chi ha condiviso momenti significativi con il Pontefice, come don Carmelo La Magra, ex parroco di Lampedusa e oggi guida della comunità di Racalmuto. «Viene a mancare la voce degli ultimi della terra», dice con dolore. «Il vuoto è grande, più forte ancora di quello già avvertito nei giorni del suo ricovero. Papa Francesco era l’unico leader a parlare di pace, di diritti, dei poveri in un mondo che invece torna a chiudersi nei nazionalismi e nelle guerre finanziarie».

Due i momenti che don Carmelo non dimenticherà mai: il primo nel 2017, quando regalò al Papa un Vangelo recuperato da un barcone di migranti. «Lo accolse come un tesoro. Non trattenne le lacrime. Fu un incontro fatto di sguardi e commozione». Il secondo nel 2019, durante una messa in memoria del viaggio a Lampedusa. In quei giorni, il parroco dormiva sul sagrato della chiesa in segno di protesta per i migranti bloccati in mare. «Gli raccontai tutto, e lui mi guardò, strinse il pugno e disse: “Voi continuate così“».

Ora che quella voce si è spenta, resta l’eco di una presenza che ha segnato la storia e la coscienza collettiva. E mentre le campane suonano a lutto, la piazza – ancora una volta – si trasforma in un abbraccio senza fine.

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