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Home » Editoriali » Il Giardino dei Giusti alla Valle dei Templi: tra memoria e interrogativi

Il Giardino dei Giusti alla Valle dei Templi: tra memoria e interrogativi

Domenico Vecchio Di Domenico Vecchio
16 Dicembre 2024
in Editoriali, top2
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La Valle dei Templi di Agrigento si arricchisce di una nuova stele, dedicata a Don Alcide Lazzeri, parroco di Civitella Val di Chiana, vittima dell’eccidio nazista del 29 giugno 1944. Questa iniziativa si inserisce nel “Giardino dei Giusti”, uno spazio che, ormai, sta prendendo sempre più le sembianze di un cimitero, con tante lapidi che si accumulano tra il Tempio di Giunone e quello della Concordia, lungo la via Sacra. A riflettere su questo cambiamento, non possiamo fare a meno di chiederci cosa penserebbe l’ex soprintendente Graziella Fiorentini di una simile operazione.

Se in passato la sua gestione era stata segnata da un eccessivo scrupolo di protezione, che impediva perfino il passaggio delle biciclette durante i mondiali di ciclismo, oggi ci troviamo di fronte a un’apertura che forse rasenta il contrario: un’esplosione di memoria che, seppur rispettabile, suscita più di una domanda. Il Giardino dei Giusti ha un valore profondo, legato alla memoria storica, ma la nostra riflessione riguarda il luogo stesso dove queste lapidi continuano a crescere, occupando spazi tra i monumenti millenari.

Le lapidi che ogni anno si aggiungono pongono interrogativi su quanto sia giusto continuare ad arricchire un’area archeologica già di per sé delicata. Non si tratta solo di un tributo alla memoria di nomi illustri, ma di un intervento che segna un cambiamento visivo e culturale nel cuore di uno dei siti più importanti della Sicilia. Forse sarebbe stato possibile trovare un area diversa, meno invadente, dove questi segnali di memoria potessero convivere senza compromettere l’armonia e la sacralità del paesaggio archeologico.

Guardando il “Giardino dei Giusti” e le lapidi che si accumulano, pensiamo alla storia delle necropoli paolocristiane, a quella di Pezzino con le sue tombe greche e romane: a confronto, queste nuove installazioni sembrano nulla. La necropoli, un tempo fulcro della sepoltura, sembrava un luogo di pace e meditazione. Ora, con la crescente presenza di stele che celebrano la memoria dei “giusti“, il rischio è quello di trasformare un patrimonio culturale in un campo di memoria che ha troppo il sapore di un cimitero.

In una terra come la nostra, dove le critiche sono all’ordine del giorno, ci chiediamo se questa “eccessiva” apertura, questa sovrabbondanza di memoria, sia davvero il passo giusto. Ogni nuova lapide che viene posta aggiunge un capitolo alla nostra storia collettiva, ma come possiamo bilanciare il rispetto per la memoria con la necessità di preservare l’autenticità e la sacralità del nostro patrimonio storico? È questa la domanda che ci facciamo, invitando anche voi lettori a riflettere sul cambiamento che la via Sacra sta vivendo. Un cambiamento che, per quanto legittimo, va ponderato con attenzione.

  • Leggi anche: Giardino dei giusti, iniziativa lodevole ma location da ripensare https://www.agrigentooggi.it/giardino-dei-giusti-iniziativa-lodevole-ma-location-da-ripensare/

Venerdì 29 novembre, dopo un convegno a Casa Sanfilippo, sono state collocate cinque nuove stele nel Giardino dei Giusti della Valle dei Templi. A essere onorati sono stati Oscar Arnulfo Romero, Mohammed V, Giorgio La Pira, Salvo D’Acquisto e Don Alcide Lazzeri, figure simbolo di sacrificio, coraggio e lotta per i diritti umani.

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