Nel cuore della Valle dei Templi ad Agrigento sorgeva l’Olympieion, un grandioso tempio dedicato a Zeus. Questo monumento rappresentava uno dei massimi esempi dell’architettura greca nella Sicilia antica. Diodoro Siculo ne descrisse la magnificenza, con portici alti e decorazioni scultoree straordinarie. Tra le scene rappresentate c’erano la Gigantomachia, il combattimento dei giganti, e l’assedio di Troia, in cui ogni eroe era riconoscibile grazie ai dettagli delle vesti e dell’armatura.
Durante la prima guerra punica, il poeta Gneo Nevio ebbe modo di visitare Agrigento al seguito dell’esercito romano. Rimase profondamente colpito dall’imponenza dell’Olympieion, tanto da citarlo nel suo poema Bellum Punicum. Le sue parole sono una delle poche testimonianze del tempio durante la dominazione romana, un periodo che non portò grande splendore all’Olympieion, ma che ne preservò il ricordo.
Con l’arrivo delle armate romane e, successivamente, con la riscossa cartaginese, il tempio subì gravi danni. La cultura greco-sicula iniziò a decadere, e anche l’Olympieion cadde nell’oblio. Nei secoli seguenti, gran parte delle decorazioni e delle sculture andarono perdute, lasciando solo frammenti sparsi nella Valle dei Templi.
La Riscoperta e il Decadimento
Dopo oltre un millennio di silenzio, fu Tommaso Fazello, storico del Cinquecento, a riscoprire l’Olympieion. Nei suoi scritti, Fazello descrisse la struttura in rovina: restava in piedi solo una piccola parte del tempio, sostenuta da tre giganti, noti come Atlanti, e da alcune semicolonne. Questi giganti divennero un simbolo della città di Agrigento durante il Medioevo, tanto da essere inseriti nello stemma cittadino.
Un poeta anonimo del Rinascimento espresse il suo dolore per la decadenza del tempio, descrivendo come i monumenti che un tempo rappresentavano la grandezza di Agrigento fossero ormai crollati, ridotti in macerie. Nei suoi versi, il poeta lamenta la perdita di una civiltà un tempo florida e potente, il cui splendore era ormai sepolto sotto cumuli di detriti.
L’Eredità dell’Olympieion
Oggi, dell’Olympieion rimangono solo poche tracce, insufficienti a restituirci la sua antica grandiosità. Tuttavia, il suo ricordo continua a vivere nella memoria storica della città e nei simboli cittadini. L’Olympieion rappresenta ancora un elemento fondamentale per comprendere la storia di Agrigento e il ruolo della Valle dei Templi nella cultura mediterranea.
Nonostante la distruzione e i secoli di oblio, l’Olympieion è simbolo della lotta per la conservazione del patrimonio e della storia di una civiltà che, pur caduta in rovina, continua a ispirare studiosi e cittadini. La sua storia ci ricorda la fragilità delle grandi civiltà, ma anche l’importanza di preservare e raccontare il nostro passato.
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