Si sono svolti gli interrogatori di garanzia dei tre arrestati nell’ambito dell’inchiesta sull’incendio del centro di stoccaggio dei rifiuti di contrada Piana Bugiades, a Licata. Un indagato ha risposto al gip negando qualsiasi coinvolgimento nella vicenda, mentre gli altri due hanno scelto la strada del silenzio. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, ha disposto la custodia cautelare in carcere per Carmelo D’Antona, 39 anni, di Ravanusa e Cristoforo Famà, 41 anni, di Licata. Ai domiciliari, con braccialetto elettronico, è stato invece posto Mario Antona, 24 anni, di Ravanusa.
Famà, indicato nelle intercettazioni come “il pacchione di Licata”, ha respinto le accuse. Il suo legale Antonino Ragusa potrebbe adesso impugnare il provvedimento al tribunale del Riesame. D’Antona e Antona (il primo difeso dall’avvocato Carmelo Pitrola e il secondo dall’avvocato Calogero Meli) si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Da ricordare che il pubblico ministero Alessia Battaglia ha chiesto altre 11 misure cautelari che il giudice valuterà così come previsto dal recente decreto Nordio, dopo l’interrogatorio preventivo degli indagati.
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