Era ricercato da due mesi, da quando la Cassazione aveva confermato l’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, della misura cautelare della custodia in carcere. Da allora era latitante. È stato arrestato ad Hammamet, in Tunisia, Angelo Salvatore Stracuzzi, 55 anni, di Licata, accusato per i reati di trasferimento fraudolento di valori, nonché di turbata libertà degli incanti ed estorsione, aggravati dal metodo mafioso.
L’operazione è stata condotta dal nucleo di polizia Economico-Finanziaria di Palermo (Gico), sotto la direzione della Direzione distrettuale antimafia, attraverso il canale di cooperazione internazionale Interpol. Stracuzzi, in passato, è stato già colpito da sequestro di prevenzione patrimoniale e dalla misura della Sorveglianza speciale di Pubblica sicurezza, perché ritenuto contiguo a Cosa Nostra Agrigentina.
In particolare, era emerso un suo ruolo attivo in una realtà imprenditoriale organica all’articolazione mafiosa di Licata. Il provvedimento cautelare a cui ora è stata data esecuzione era stato emesso dal tribunale di Palermo in merito ad alcuni episodi di estorsione ai danni di imprenditori dell’Agrigentino, finalizzati ad accaparrarsi fabbricati e terreni oggetto di aste giudiziarie.
Da tempo, il ricercato aveva fatto perdere le sue tracce sul territorio nazionale. La cattura è avvenuta a opera della Brigade Criminelle della polizia tunisina, nel quadro di un’azione sviluppata in costante raccordo con il menzionato nucleo Pef, all’esito di più giorni di intensa attività in Italia e nel Paese estero L’attività conferma il perdurante impegno della Guardia di finanza nello svolgimento di indagini delegate dalla Dda di Palermo.
Il 55enne, considerato il “re” del calcestruzzo, fu coinvolto in due operazioni antimafia: “Progresso” e “Progresso 2”. Non è stato, però, mai condannato. Nel 2016 la Guardia di finanza gli confiscò beni per un ammontare di 19,5 milioni di euro.
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