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Home » Magazine » Dragaggio in aree con acque basse e confinate

Dragaggio in aree con acque basse e confinate

1 Luglio 2024
in Magazine
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Se si ha a che fare con un bacino idrico, qualsiasi esso sia, dai fiumi ai porti, è importante ricordare che periodicamente andrebbero effettuate delle operazioni di dragaggio, usando attrezzature professionali ed efficaci come una draga compatta.

Molto spesso ci si chiede come si possa lavorare al meglio quando si ha a che fare con situazioni molto specifiche, come ad esempio quando è necessario dragare un bacino costituito in prevalenza da acque basse e ben confinate.

Nelle prossime righe troverete alcuni dei nostri consigli per iniziare a progettare una operazione di questo genere.

L’importanza del dragaggio

In primis è utile capire perché il dragaggio sia così importante. Grazie al lavoro di una draga si possono rimuovere dal fondale tutti i vari sedimenti, che nel corso del tempo possono essersi accumulati. Un accumulo troppo elevato potrebbe portare con sé numerosi problemi.

Con il dragaggio, al contrario, è possibile garantire la massima navigabilità per ogni genere di imbarcazione, senza il rischio che esse si possano incagliare là dove i sedimenti arrivano ad abbassare la profondità dell’acqua.

In più un buon dragaggio è una delle migliori soluzioni per limitare il pericolo di inondazioni. Dopo aver usato una draga l’acqua scorre senza nessun ostacolo. Infine, non va dimenticato che rimuovere questi sedimenti rende l’acqua più pulita, evitando che restino in sospensione elementi solidi inquinanti o di natura organica.

Attenzione alle acque basse

Quando si ha a che fare con delle acque basse le operazioni di dragaggio potrebbero risultare più difficoltose per tutta una serie di motivi. Il primo è l’accesso limitato: i bacini confinati potrebbero non essere accessibili dalle macchine più grandi, richiedendo l’uso di attrezzature più piccole e per questo meno potenti. Inoltre, le manovre potrebbero essere decisamente più complesse proprio perché ci si trova a lavorare in uno spazio limitato.

A ciò si aggiunge il rischio ambientale tipico di questi bacini, che possono aver sviluppato un loro ecosistema abbastanza delicato e fragile.

Le tecniche da usare

Arriviamo ora al nucleo del nostro articolo: quali sono le migliori opzioni per effettuare operazioni di dragaggio in acque basse e confinate?

Il primo consiglio che vogliamo darvi è quello di dedicare tutto il tempo necessario alla progettazione. In questo modo si possono comprendere quali sono le eventuali criticità del bacino e agire di conseguenza. Va anche tenuto in considerazione il rischio ambientale, introducendo tutte le soluzioni necessarie per ridurre l’impatto di questo lavoro.

Molti consigliano di scegliere delle draghe a benna mordente o a risucchio. Nel caso delle draghe a benna mordente si riesce a lavorare con grande precisione, rimuovendo dal fondale solo i sedimenti che sono stati individuati in precedenza. Le draghe a risucchio, al contrario, sono progettate per aspirare i sedimenti. Hanno un’ottima efficacia con sedimenti molto piccoli, mentre potrebbero non essere l’ideale quando si ha a che fare con detriti troppo corposi.

Potreste anche utilizzare alcune delle novità che sono state messe a disposizione di queste operazioni grazie all’evoluzione della tecnologia. Oggi esistono strumenti che consentono di monitorare il lavoro in tempo reale, così da evitare errori e agire con la massima precisione.

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