La Procura della Repubblica di Agrigento ha chiesto il rinvio a giudizio di un artigiano agrigentino, sessantanovenne, per il reato di maltrattamenti in famiglia. L’uomo avrebbe ripetutamente maltrattato e picchiato la moglie, nel corso della lunga convivenza matrimoniale, anche alla presenza del figlio all’epoca in cui lo stesso era minorenne. La donna si è costituita parte civile con il patrocinio dell’avvocato Monica Malogioglio, al fine di ottenere l’accertamento ed il risarcimento dei danni tutti, patrimoniali e non patrimoniali.
La presunta brutta vicenda è approdata in un’aula di tribunale e adesso a decidere sulla richiesta del pubblico ministero, titolare del fascicolo, sarà il giudice per l’udienza preliminare Micaela Raimondo. L’imputato, con reiterati atti lesivi dell’integrità fisica e psicologica, avrebbe maltrattato la moglie oggi sessantaduenne, “offendendone il decoro e la dignità e ponendola in uno stato di sofferenza morale e psichica tale da renderne abitualmente dolorosa, mortificante e intollerabile la loro relazione”.
In particolare: le avrebbe impedito costantemente di incontrare i propri genitori e di avere contatti con gli stessi, sottraendole, a tal fine il telefono cellulare, nonchè di svolgere le più elementari attività quotidiane, come fare la spesa o andare a Messa; costantemente, nel corso della vita matrimoniale, andando in escandescenza, l’avrebbe aggredita fisicamente, strattonandola, colpendola con schiaffi e con pugni al viso, trascinandola per i capelli e sbattendole il capo al muro.
Aggressioni avvenute anche alla presenza del figlio, anche all’epoca in cui era minorenne. Tra i vari episodi, nel corso dell’ennesima lite scaturita per futili motivi, il marito le avrebbe afferrato con forza le braccia e il collo colpendola con diversi calci.
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