Le soluzioni proposte dal Ministro della Salute Orazio Schillaci e le sfide per rendere più attrattive le professioni sanitarie in Italia.
Agrigento, 23 maggio 2024 – La carenza di medici negli ospedali italiani è diventata un problema cronico che affligge il sistema sanitario nazionale. Secondo un articolo pubblicato recentemente sul Corriere della Sera, la questione è profondamente radicata nella burocrazia che permea il settore sanitario. Durante l’ottava edizione dell’Healthcare Talk organizzato da Rcs Academy e Corriere della Sera, sono stati discussi vari aspetti di questo problema e le possibili soluzioni.
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha aperto l’incontro affrontando il tema dei tempi di attesa nella sanità: «Il problema delle liste di attesa è uno dei più sentiti dai cittadini. È inaccettabile che ci siano ancora agende chiuse, non prenotabili. Stiamo preparando un decreto-legge per affrontare il problema. L’idea è arrivare a un sistema che consenta di ricevere in tempo reale le liste d’attesa e monitorarle». Questo progetto richiede la massima collaborazione delle Regioni e delle aziende ospedaliere per essere efficace.
Schillaci ha inoltre parlato della “fuga dei cervelli”, un fenomeno preoccupante in cui medici e infermieri italiani lasciano il Paese per cercare migliori opportunità all’estero. «Stiamo lavorando per non avere più carenza di medici e ci sono nuove norme per l’accesso al test di Medicina. Abbiamo però un problema con alcune specializzazioni come anatomia patologica o radioterapia. Su questo vogliamo intervenire rendendo più appetibile iscriversi ad alcune scuole di specializzazione», ha dichiarato il ministro.
Un altro tema cruciale è la valorizzazione delle professioni sanitarie. I medici, in particolare, faticano a fare carriera e scontano il peso della burocrazia, mentre gli infermieri in Italia sono pagati molto meno rispetto a molte realtà europee.
Il futuro della medicina è stato al centro del panel con Lorenzo Positano di Bcg, che ha parlato di una sanità sempre «più digitale e sul territorio». Rocco Bellantone dell’Istituto superiore di Sanità, Chiara Gibertoni dell’Irccs Policlinico di Sant’Orsola, David Korn del Policlinico A. Gemelli Irccs e Domenico Mantoan di Agenas hanno discusso di percorsi di cura, tecnologie e del problema dei pronto soccorso affollati «con l’80% di ingressi in codice bianco».
L’assistenza inclusiva è stata invece oggetto di discussione tra Walter Bergamaschi di Ats Milano e Alberto De Negri di Kpmg. Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, ha sottolineato il ruolo della filiera delle Lifescience in Italia, «che valgono il 12% del Pil e arriveranno nei prossimi anni al 15%».
Il confronto è stato arricchito dagli interventi di Andrea Maini di Piam Farmaceutici, Anna Chiara Rossi di Alexion, AstraZeneca rare disease e Federico Villa di Eli Lilly. Enrico Vita di Amplifon e Davide Passero di Alleanza Assicurazioni hanno parlato delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie in ambito sanitario.
Antonella Levante di Iqvia Italia ha discusso di Human data science, mentre l’intelligenza artificiale applicata alle scienze della vita è stata al centro dell’incontro con Pierluigi Paracchi di Genenta Science, Maria Rosaria Taddeo dell’Oxford Internet Institute e Marino Zerial dello Human Technopole. In chiusura, si è parlato di leadership e comunicazione con Paola Testori Coggi di Donne Leader in Sanità, Carola Salvato di HH&Y Italy, Marta Marsilio della Fondazione Irccs Istituto neurologico Carlo Besta dell’Università degli Studi di Milano e Corrado Tomassini di Red Havas Health.
Questo dibattito evidenzia come la digitalizzazione e una medicina territoriale efficace, supportata da una presenza capillare di medici e infermieri, siano fondamentali per risolvere i problemi attuali e rendere più attrattive le professioni della salute in Italia.
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