Il pubblico ministero ha chiesto la condanna a 10 mesi di reclusione per la ginecologa Miriam Lo Porto, 38 anni, in servizio all’ospedale di Canicattì, accusata di avere provocato la morte in grembo di una bimba il giorno di Natale dell’anno scorso. Il processo, con il rito abbreviato, è in corso di svolgimento davanti al giudice del tribunale di Agrigento Rossella Ferraro. L’imputato è difeso dall’avvocato Aldo D’Amico. I genitori della piccola si sono costituiti parte civile con l’assistenza degli avvocati Giacinto Paci e Diego Giarratana dalle cui denunce è stata avviata l’indagine che, in un primo momento, vedeva 13 indagati. Il processo è stato aggiornato al 28 ottobre.
Il procuratore di Agrigento Giovanni Di Leo aveva disposto la citazione a giudizio. Il medico, in particolare, secondo quanto emerge da una consulenza disposta dal pubblico ministero Paola Vetro, avrebbe omesso la diagnosi di ritardo di crescita del feto, nonostante risultasse da un’ecografia effettuata 19 giorni prima dell’interruzione della gravidanza. La mancata indicazione della diagnosi sul cartellino clinico della paziente avrebbe fatto venire meno un elemento di conoscenza necessario per le successive visite. Il ricovero della paziente, secondo quanto ipotizza la Procura, avrebbe potuto consentire la nascita prima del decesso.
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