Lunedì 13 maggio alle 17:30, negli alloggi della Prefettura di Agrigento, verrà rappresentato “Prigioniero di me stesso” con l’attore Salvatore Rancatore e la regia di Matteo Tarasco. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra l’associazione vitAutismo e la Prefettura di Agrigento e sarà occasione per accendere, ancora una volta, i riflettori sull’autismo ad un mese dalla celebrazione della Giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo in cui è risuonata forte la richiesta di aiuto da parte delle famiglie che vivono l’autismo ogni giorno nella solitudine delle istituzioni e la carenza di servizi e strutture adeguate per tutti.
Lunedì il grido di aiuto sarà lanciato dall’attore agrigentino Salvatore Rancatore negli alloggi del Prefetto di Agrigento, Filippo Romano, attraverso la messa in scena del monologo “Prigioniero di me stesso”, una raccolta di testi, un insieme di comunicazioni personali e familiari, poesie, lettere e riflessioni che rappresentano non il balbettio di un folle che non ne vuole sapere dei suoi simili, ma una richiesta di aiuto urlata da un mondo oscuro ed incomprensibile; testi che prorompono da una profonda disperazione, foschi, misteriosi, carichi di solitudine, scritti in un linguaggio estremamente compatto, e a tratti ironico.
“Prigioniero di me stesso” – ci racconta l’attore Salvatore Rancatore – non vuole essere uno spettacolo, ma un luogo dell’anima, un veicolo attraverso il quale in molti potranno avere per la prima volta qualche notizia dall’intimo dei soggetti autistici, da un mondo dove la solitudine supera i confini della nostra immaginazione.
Noi vogliamo creare- aggiunge l’attore, zio di Ruben ragazzo autistico, – una scatola dei sogni per tutte quelle persone che si sentono imprigionate nella impossibilità di essere come realmente vorrebbero essere.”
La vice presidente dell’associazione vitAutismo, Angela Rancatore, è una madre molto impegnata ed ancora una volta scende in campo e si rivolge alle istituzioni locali con il suo appello urgente affinché le istituzioni offrano programmi e servizi adeguati che supportino pienamente l’inclusione sociale e il benessere generale dei ragazzi con autismo.
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