Giudizio abbreviato per la ginecologa Miriam Lo Porto, 38 anni, in servizio all’ospedale di Canicattì, accusata di avere provocato la morte in grembo di una bimba il giorno di Natale dell’anno scorso. Questa la decisione del difensore del medico, l’avvocato Aldo D’Amico, che ha formalizzato la strategia processuale all’udienza predibattimentale davanti al giudice del tribunale di Agrigento Rossella Ferraro. L’udienza è stata aggiornata al 20 maggio.
Il procuratore di Agrigento Giovanni Di Leo aveva disposto la citazione a giudizio. Il medico, in particolare, secondo quanto emerge da una consulenza disposta nell’immediatezza dal pubblico ministero Paola Vetro, avrebbe omesso la diagnosi di ritardo di crescita del feto, nonostante risultasse da un’ecografia effettuata 19 giorni prima dell’interruzione della gravidanza.
La mancata indicazione della diagnosi sul cartellino clinico della paziente avrebbe fatto venire meno un elemento di conoscenza necessario per le successive visite. Il ricovero della paziente, secondo quanto ipotizza la Procura, avrebbe potuto consentire la nascita prima del decesso. I genitori della piccola si sono costituiti parte civile con l’assistenza degli avvocati Giacinto Paci e Diego Giarratana.
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