La ong tedesca “Sea Watch” presenterà una diffida nei confronti della Guardia costiera italiana. Il documento, secondo indiscrezioni, invita le autorità italiane a smetterla di “pretendere” che la ong “subordini la propria attività di soccorso a ordini impartiti dalla Guardia costiera libica, quando illegittimi o pericolosi”. Il motivo è che si tratta di una vera e propria “istigazione a commettere delitti” dietro la “minaccia di una grave sanzione”.
Il documento, stilato dall’avvocato Alessandro Gamberini a nome della ong tedesca, ricorda il caso di un recente salvataggio, effettuato a inizio marzo. La Sea Watch 5 aveva avvistato un’imbarcazione in difficoltà e aveva avvisato le autorità libiche, che non avevano risposto. A bordo c’erano “persone che non avevano a disposizione sufficiente cibo, acqua, né erano in possesso di dispositivi di sicurezza personale o attrezzature adeguate per la navigazione”, di cui quattro “in gravissima situazione medica” perché intossicate dai gas emessi dal motore della barca. Dopo oltre un’ora dal primo allarme con una richiesta di evacuazione per le persone in condizioni gravi, le autorità italiane si erano limitate a chiedere alla Germania di “assumere il coordinamento delle operazioni di soccorso”.
La Germania aveva rimandato alla Tunisia, che la Sea Watch non era riuscita a contattare. Due ore dopo l’allarme, era morto un ragazzo minorenne soccorso dalla Sea Watch. Rimasta senza alternative la nave si era diretta verso l’Italia, “l’unico centro di coordinamento raggiungibile”. “Il primo supporto era arrivato solo dopo cinque ore dalla prima richiesta di evacuazione fa sapere la Sea Watch. Le autorità italiane avevano lasciato a bordo il cadavere del giovane”.
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