“Andare in profondità in noi stessi e guardare attraverso le parole di Kafka ciò che ci spaventa, può aiutarci a capire meglio chi è intorno a noi”. Queste le parole di Alessandro Gassman, registra di “Racconti disumani” in scena lo scorso 8 febbraio 2024 al Palacongressi di Agrigento. Nella platea gremita anche molti studenti liceali. La piece, tratta dai due celebri racconti di Franz Kafka “Una relazione per un’accademia” e “La tana”, è stata interpretata egregiamente da Giorgio Pasotti che, per tutta la durata dello spettacolo, ha letteralmente ipnotizzato la platea conferendo ai due personaggi, una scimmia ed una talpa, quell’umanità indispensabile a evidenziarne la relativa disumanità. L’intera messa in scena, infatti, descrive due umanità “disumanizzate”. Se da un lato “Una relazione per un’accademia” rivela la ricerca di un modo d’essere in continua evoluzione per acquisire comportamenti conformistici e agevoli, dall’altro “La tana” narra di quella necessità dell’uomo di costruire un rifugio ineccepibile per proteggersi dal mondo circostante. Una “comfort zone” in cui la ricerca ossessiva di sicurezza genera solo ansia e terrore.
Il primo racconto tratta di una scimmia che decide di diventare il più possibile simile agli uomini per cercare non la libertà, ma una via d’uscita dalla sua condizione di essere vivente in gabbia. Il tema della metamorfosi, qui, è collegato alla ricerca della normalità nella prospettiva degli umani. Mentre nel secondo una talpa vive in isolamento dai suoi simili per evitare i problemi del vivere in società. Solo tentando con la ragione di chiarire a noi stessi ciò che ci spaventa, possiamo comprendere meglio quello che ci circonda. Ma entrambi i personaggi rinunciano alla loro presa di coscienza in quanto esseri viventi e provano una grande sensazione di rigetto meditando su ciò che sono diventati: qualcosa che non sono e che non potranno mai essere.
Alessandra Sanfilippo IF
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