Ci sono coinvolti anche tre agrigentini nell’inchiesta delle Procura di Caltanissetta che ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 16 persone accusati di caporalato, per avere impiegato braccianti agricoli stranieri, ma anche italiani, costretti a lavorare nei campi tra la provincia di Agrigento e Caltanissetta anche per trenta euro al giorno e in condizioni di sicurezza e igienico sanitarie al limite. Si tratta di un 57enne di Ravanusa e di un 44enne e un 48enne di Palma di Montechiaro. Sarebbero stati i “caporali” che, dietro un salario da fame, caricavano sui furgoni i lavoratori e li portavano in campagna. Le intercettazione delle conversazioni telefoniche degli indagati hanno consentito di appurare che “gli intermediari intrattenevano frequenti contatti con gli imprenditori e proprietari terrieri per concordare il numero di lavoratori di cui necessitavano e il compenso da corrispondere loro”.
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