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Home » Cronaca » Spaccio di droga e maltrattamenti in una comunità: sette imputati all’abbreviato

Spaccio di droga e maltrattamenti in una comunità: sette imputati all’abbreviato

16 Ottobre 2023
in Cronaca, dalla provincia
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Dei 14 imputati, in 7 saranno giudicati con il rito abbreviato, le posizioni di 4 sono state stralciate e saranno giudicate separatamente, mentre per altri 3 si deciderà sul rinvio a giudizio la prossima udienza in programma il prossimo giovedì. Questo il primo esito dell’udienza preliminare dinnanzi al Gup del Tribunale di Agrigento, Iacopo Mazzullo, del procedimento scaturito dall’inchiesta “Dark Community”, che ipotizza un giro di spaccio di droga e maltrattamenti in una comunità di Favara. Hanno scelto l’abbreviato: Chyaru Bennardo, 40 anni di Favara; Carmelo Cusumano, 52 anni di Favara; Emanuele Luigi Capraro, 24 anni di Agrigento; Gaetano Lombardo, 47 anni di Favara; Carmelo Nicotra, 38 anni; Salvatore D’Oro, 50 anni; Giovanni Colantoni, 27 anni.

Per questi ultimi l’udienza proseguirà il prossimo 30 novembre con la requisitoria del sostituto procuratore Paola Vetro. La decisione sull’eventuale rinvio a giudizio di altri tre imputati verrà discussa all’udienza di giovedì 19 ottobre. Si tratta di Antonio Presti, 37 anni; Calogero Rizzo, 36 anni e Giuseppe Papia, 64 anni di Favara. La posizione di quattro imputati è stata invece stralciata e verrà giudicata separatamente: si tratta di Paolo Graccione, 45 anni nato in Germania; Antonio Emanuele Gramaglia, 29 anni; Gaetano Gramaglia, 33 anni; Fiorella Bennardo, 43 anni di Favara. Per loro l’udienza proseguirà il prossimo 16 novembre.

Tra le contestazioni anche un ricatto a sfondo sessuale con la minaccia di diffondere video e immagini compromettenti. Proprio questa mattina si è costituita parte civile la vittima al centro dei ricatti. La sua costituzione è l’unica ammessa dal giudice che invece ne ha rigettate altre due.

Al centro dell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore Vella e dal sostituto procuratore Paola Vetro, una struttura che si sarebbe dovuta occupare del recupero di persone con problemi psichici e di tossicodipendenza. Ma – secondo l’accusa – si è rivelata una centrale di spaccio di cocaina, hashish, marijuana e metadone. E chi non riusciva a pagarla avrebbe saldato il debito con prestazioni sessuali.

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