E’ già diventato un caso la presenza del ginecologo originario di Racalmuto Biagio Adile negli ospedali di Petralia Sottana e Corleone: l’ex primario di Villa Sofia condannato a cinque anni e due mesi per violenza sessuale nei confronti di una giovane paziente tunisina ha avuto un incarico da parte dell’Asp di Palermo. “Occorre immediatamente rescindere il contratto e preservare l’integrità fisica e psichica delle donne”. Lo affermano Concetta La Rosa, segretaria Regionale Fp Cgil, e Giovanni Cammuca, segretario generale Fp Cgil di Palermo.
Biagio Adile è stato condannato lo scorso anno a cinque anni e due mesi per abusi sessuali su una paziente tunisina. Si tratta di un rapporto orale consumato nello studio privato del medico, documentato dalla vittima con un video ripreso attraverso il cellulare.
“Pur riconoscendo il legittimo principio della presunzione di innocenza, è evidente però che il garantismo non può prevalere per fatti del genere – sottolineano La Rosa e Cammuca – chiediamo alla commissaria dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo di tornare sui suoi passi. La domanda nasce spontanea – aggiungono – quante donne saranno disposte a farsi visitare da quel medico? E con quali paure? Certamente chi ha la disponibilità economica si rivolgerà altrove ma chi invece non può accollarsi il costo della visita, sarà costretta a rinunciare o, facendo violenza a se stessa e con mille timori, a rivolgersi al dottore Adile”.
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