“Ai nostri figli deve essere permesso di rispettare la promessa fatta prima di uscire da casa: ciao ma, ciao pa, ci vediamo stasera”. Parole che toccano il cuore quelle di Carmelina Nobile madre di Giuseppe Di Stefano vittima, a soli 25 anni, di un incidente stradale il 22 agosto del 2017, tra Maddalusa e Porto Empedocle. La donna è la responsabile di Agrigento dell’associazione italiana familiari vittime delle strade e si batte per fermare la strage stradale e dare giustizia ai superstiti con un impegno tecnicamente sostenuto dall’esperienza e dal dolore e dalla consapevolezza che per portare a soluzioni i problemi ciascuno deve fare, con senso di responsabilità, la propria parte.
“Giuseppe era un ragazzo molto solare -racconta mamma Carmelina- pieno di vitalità, amava la divisa, aveva fatto il volontario in aeronautica. Stava provando diversi concorsi e , nel frattempo, frequentava uno stage come parrucchiere. Quel 22 agosto di 6 anni fa, tornava dall’ultimo giorno di stage”.
Ben vengano qualsiasi iniziativa di sensibilizzazione anche forti e dure ma devono andare sempre a braccetto con i controlli e con la prevenzione: “Quello della sicurezza stradale è sempre stato un tema attuale, adesso c’è più attivismo-dice Carmelina Nobile-. Noi, come associazione facciamo tanta prevenzione e questo influenza ma relativamente. Non possiamo prevenire gli incidenti stradali soltanto con l’educazione nelle scuole ma deve arrivare da più settori, la famiglia, in primis, deve essere un esempi. Un conducente può avere l’educazione stradale ma serve un apparato che lo sostiene”.
Mamma Carmelina parla da Villa Bonfiglio di Agrigento, accanto alla lapide che ricorda le vittime della strada: “Dietro c’è albero di mandorlo, come simbolo spirituale e anche perché il guscio del frutto è duro come il dolore che si portiamo dentro e deve e essere scalfito dalla forza di volontà d’animo per arrivare al cuore e, quindi, allo spirito.”
E, poi, l’invito: “Ai familiari di vittime della strada la mia solidarietà, solo chi attraversa questo dolore, con il quale si convive, può davvero comprenderlo. A loro dico, se potete fare qualcosa anche per trasmettere agli altri quanto è importante la vita, fatelo”.
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