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Home » Editoriali » Agrigento e l’inutilizzo del patrimonio Immobiliare: una prospettiva nazionale

Agrigento e l’inutilizzo del patrimonio Immobiliare: una prospettiva nazionale

Domenico Vecchio Di Domenico Vecchio
4 Settembre 2023
in Editoriali, top2
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Errori del passato e la necessità di un cambiamento

Agrigento, una città che possiede un patrimonio immobiliare capace di ospitare fino a 200.000 abitanti, è una realtà che rispecchia una tendenza nazionale preoccupante. Secondo i dati diffusi da Il Sole 24 Ore, dal 2011 a oggi, in Italia sono sorti due milioni di nuovi edifici, ma il 17% di essi rimane disabitato. Questo fenomeno colpisce in modo particolare le città di Agrigento ed Enna, dove la percentuale di edifici non utilizzati non supera il 60%.

Un’analisi dei dati relativi ai capoluoghi rivela una situazione interessante: città come Prato e Livorno sfiorano l’utilizzo completo del loro patrimonio immobiliare. Tuttavia, questa non è la norma in tutto il Paese.

Rigenerazione Urbana: Una Necessità Imperante

Dal 2013, in Italia sono stati rinnovati ben 284 chilometri quadrati di territorio, un’area estesa quanto Milano e Firenze messe insieme. Questa tendenza alla rigenerazione urbana è diventata cruciale per contrastare il consumo eccessivo di suolo, soprattutto in vista dell’imminente direttiva europea sulle abitazioni ecologiche, che impone agli edifici residenziali di raggiungere la classe energetica E entro il 1° gennaio 2030.

Secondo il report Statistiche Catastali 2022 dell’Agenzia delle Entrate, lo stock immobiliare italiano è cresciuto dell’1% rispetto al 2021, aggiungendo oltre 736.000 unità in più. Questo porta il totale a quasi 78 milioni di immobili o loro porzioni, di cui circa 67,1 milioni sono classificati nelle categorie catastali ordinarie e speciali, con attribuzione di rendita, e oltre 3,7 milioni sono catalogati come gruppo F, ovvero unità che, temporaneamente o permanentemente, non producono reddito. Circa sette milioni di immobili sono di proprietà comune e non censibili, o ancora in fase di costruzione.

Le sfide e le opportunità

L’analisi della mappa del tasso di utilizzo del patrimonio abitativo italiano solleva diverse riflessioni. I capoluoghi più popolosi, come Milano, Roma, Firenze e Bologna, continuano ad attrarre la popolazione per opportunità di lavoro e servizi, ma questo rende le abitazioni sempre meno accessibili. La soluzione non sta solo nel chiedere ai proprietari di ridurre i canoni di locazione, ma richiede un intervento istituzionale, sostenendo l’edilizia sociale e il recupero del patrimonio pubblico in stato di abbandono.

Le percentuali di immobili non utilizzati nascondono affitti non registrati e situazioni complesse, come seconde case o immobili con bassa resa catastale, che risultano poco convenienti da riqualificare. Inoltre, il declino demografico in alcune aree del Paese contribuisce a questa problematica.

In generale, il patrimonio abitativo italiano è in crescita, ma la distribuzione e l’utilizzo non sono uniformi. Mentre nelle grandi città si registra una domanda in costante crescita e prezzi immobiliari in aumento, nelle zone rurali il valore immobiliare diminuisce, frenando gli sviluppi futuri. È fondamentale trovare un equilibrio tra l’espansione delle periferie e il mantenimento delle comunità esistenti per garantire un futuro sostenibile per il patrimonio immobiliare italiano.

Agrigento: Errori del Passato e la Necessità di un Cambiamento

Agrigento, una città baciata dalla bellezza naturale, ha dovuto affrontare scelte scellerate del passato e continua a commettere errori che influenzano profondamente la sua evoluzione. Questi errori hanno contribuito allo spopolamento del centro cittadino e alla creazione di una realtà urbana frammentata.

Uno dei gravi errori del passato è stato quello di costruire gli alberghi lontano dalle spiagge, perdendo così l’opportunità di sfruttare appieno il suo splendido litorale. Questo ha influito negativamente sul turismo e sulla crescita economica della città.

Un’altra scelta discutibile è stata la creazione di insediamenti residenziali nella periferia estrema, spesso costituiti da edifici condominiali anonimi. Questo ha contribuito a frammentare la città, rendendo la vita quotidiana più complessa per i residenti e causando un eccessivo consumo di suolo.

La decentralizzazione di edifici importanti come il tribunale, gli istituti scolastici e persino l’università ha contribuito a spopolare ulteriormente il centro storico di Agrigento. Questo ha reso difficile mantenere una comunità coesa e ha allontanato i servizi vitali dal cuore della città.

Oggi, Agrigento e i suoi cittadini si trovano a dover affrontare un patrimonio immobiliare obsoleto, vetusto e spesso non conforme alle norme europee. Per cambiare rotta e adeguarsi alle politiche europee, è necessario un risveglio repentino.

Una soluzione potrebbe essere privilegiare il restauro degli edifici del centro storico anziché autorizzare ulteriori sviluppi nella periferia. Questo consentirebbe di preservare l’identità storica della città e migliorare la qualità della vita dei residenti. Inoltre, sarebbe importante attuare politiche di riqualificazione urbana che promuovano la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica, in linea con le normative europee.

In definitiva, Agrigento ha bisogno di una visione olistica per il suo futuro, una visione che corregga gli errori del passato e promuova uno sviluppo equilibrato, sostenibile e in linea con le direttive europee. È tempo di risvegliarsi e di agire con determinazione per garantire un futuro migliore per questa città straordinaria.

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