Docente universitario e presidente Opera Cardinal Ferrari di Milano: “Agrigento 2025, una sfida di crescita culturale e trasparenza”.
Pasquale Seddio, noto personaggio agrigentino e destinatario del premio Telamone 2022, ha condiviso con il nostro giornale le sue riflessioni sulla candidatura di Agrigento come Capitale Italiana della Cultura 2025, nonché la sua esperienza all’interno della delegazione che ha presentato il dossier al Ministero della Cultura a Roma.
Il suo coinvolgimento nell’intero processo ha avuto inizio quando il Sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, lo ha contattato per ottenere il suo parere e partecipazione all’audizione. Il Professor Seddio, docente di economia e presidente dell’Opera Cardinal Ferrari di Milano, ha offerto una prospettiva critica sul dossier da presentare; ha spiegato che la sua tesi di laurea all’Università Bocconi riguardava il progetto di gestione del Parco Archeologico della Valle dei Templi, anche prima che l’Ente Parco fosse contemplato dal governo regionale.
“Mi chiese di fare parte dell’audizione. A febbraio mi chiamò il sindaco per chiedermi un parere”, ha dichiarato il Prof. Seddio, spiegando come il suo ruolo fosse quello di fornire un’analisi critica e un punto di vista esperto. L’obiettivo principale era quello di offrire un contributo prezioso alla delegazione e garantire un’audizione ben strutturata.
Durante l’audizione, Seddio ha affrontato l’obiettivo di rassicurare la commissione, illustrando l’orientamento e la governance prevista dal dossier. Tuttavia, dopo l’audizione, è stato messo da parte e non è stato più coinvolto nel processo decisionale.
“La vittoria di Agrigento secondo me non è stata una questione politica, non perché la politica non abbia il suo peso. Tenga conto che molte persone della delegazione le ho conosciute in fase di audizione. Secondo me le candidature forti oltre Agrigento erano Orvieto e Spoleto, le dichiarazioni del sottosegretario Sgarbi che parlava di Orvieto come favorita probabilmente favorirono un assist alla città dei templi” ha sottolineato il Professor Seddio.
Ha, inoltre, espresso apprezzamento per il potenziale culturale di Agrigento, citando il riconoscimento come “Premio Paesaggio Italiano” e il ruolo propulsivo del Fondo Ambiente Italiano (FAI) nella città. Tuttavia, ha espresso perplessità riguardo alla mancata inclusione del FAI nella fondazione, auspicando che si tratti di una bozza iniziale soggetta a modifiche.
“È imprescindibile avviare il percorso con la massima integrità, rispettando scrupolosamente le procedure di evidenza pubblica. Solleva una certa inquietudine l’idea di derogare la procedura di evidenza pubblica per i primi tre anni, quelli in cui le spese saranno più rilevanti. Una simile deroga solleva legittime perplessità e dev’essere attentamente valutata. Ribadisco che queste osservazioni non derivano da un interesse personale, le mie giornate a Milano sono già piene. Bisogna partire con il piede giusto con le procedure di evidenza pubblica,” ha dichiarato il Professor Seddio.
Rispetto alle preoccupazioni sollevate sulla mancanza di trasparenza nella gestione dei fondi, Seddio ha sottolineato l’importanza di una gestione finanziaria trasparente, considerando il budget di circa 6 milioni di euro, di cui 5 milioni sono fondi di evidenza pubblica.
Seddio ha concluso con l’auspicio che tutte le decisioni vengano prese nell’interesse del progetto e nel rispetto della massima trasparenza, affinché Agrigento possa esprimere appieno le sue potenzialità come Capitale Italiana della Cultura 2025.
È doveroso evidenziare che il sindaco Miccihcè ha completato con abilità e impegno la fase di candidatura, coinvolgendo attivamente diversi soggetti. Ora, mentre si volge lo sguardo al passato con soddisfazione, è altrettanto cruciale concentrarsi sulla prossima fase che si prospetta nel 2025. Questo nuovo capitolo richiederà nuove strategie e un rinnovato impegno per continuare a guidare la comunità verso obiettivi sempre più ambiziosi e significativi.
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