Il personale della sezione Operativa Navale della Guardia di finanza di Lampedusa, ad esito di un’attività investigativa, ha bloccato un peschereccio tunisino, ritenuto una “nave madre”, che trainava verso le isole Pelagie, una imbarcazione di ferro senza motore. I 5 membri dell’equipaggio, tutti marinai tunisini sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto, con l’accusa di aver consentito l’ingresso irregolare in Italia di 11 migranti. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore capo reggente di Agrigento, Salvatore Vella. Il Gip del Tribunale di Agrigento, ha già convalidato i fermi ed ha disposto, per i 5 indagati, la custodia cautelare in carcere. (𝐈 𝐯𝐢𝐚𝐠𝐠𝐢 𝐢𝐧 “𝐛𝐮𝐬𝐢𝐧𝐞𝐬𝐬 𝐜𝐥𝐚𝐬𝐬” 𝐩𝐞𝐫 𝐢 𝐦𝐢𝐠𝐫𝐚𝐧𝐭𝐢 VIDEO)
“Viaggi sicuri che costano di più ed esenti da rischi, ben diversi dai famigerati barchini della morte. E la tratta costa di più, anche il triplo rispetto ad un normale ‘biglietto’ di circa mille euro pagato dai sub-sahariani che spesso sfidano la morte per raggiungere le coste siciliane”. Lo ha detto nel corso della conferenza stampa il procuratore facente funzioni della Procura di Agrigento Salvatore Vella. “In questo caso – aggiunge il magistrato -, grazie all’egregio lavoro della Guardia di Finanza, abbiamo fatto luce su questo fenomeno dei viaggi in ‘business class’ se così possiamo definirli. Una modalità diversa che si affianca ai canali ben più pericolosi”.
Il motopesca tunisino è stato intercettato in acque italiane mentre era in navigazione verso le coste siciliane, lo scorso venerdì, dopo la segnalazione di un velivolo dell’agenzia europea Frontex. Notando il traino di un piccolo natante, sono state allertate le motovedette. Nella zona sono stati inviati due mezzi navali della Guardia di finanza di Lampedusa. Quando il peschereccio è stato bloccato, l’imbarcazione di ferro che trainava non era più vuota, ma occupata da 10 tunisini e un algerino, tra cui 3 donne e 3 bambini. Verificata l’assenza di pescato e le ottime condizioni di salute dei migranti, poco compatibile con chi affronta i cosiddetti “viaggi della speranza” i militari hanno preso il controllo del peschereccio, ritenendolo coinvolto nel traffico di migranti.
L’imbarcazione è stata portata a Lampedusa e gli 11 extracomunitari sono stati messi in sicurezza sulle unità navali. Gli accertamenti delle Fiamme gialle, tutti coordinati dalla Procura di Agrigento, hanno fatto scattare il fermo di indiziato di delitto per i componenti dell’equipaggio che sono stati trasferiti a Porto Empedocle e poi al carcere di Agrigento.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp