“Il Pnrr vincola il 40% delle sue risorse al Mezzogiorno, ma il Dipartimento per le Politiche di Coesione conferma che, per i primi fondi stanziati dal provvedimento, le richieste di utilizzo delle risorse arrivano appena al 35%. Siamo fuori target.” A lanciare l’allarme è il deputato nazionale , Michele Sodano. “Questo Governo, nella sua arroganza autocratica- continua- ha escluso da ogni processo decisionale le Regioni, le ha tagliate fuori dalla contrattazione del Piano di Ripresa e Resilienza per affidare tutto a società di consulIl Pnrr vincola il 40% delle sue risorse al Mezzogiorno, ma il Dipartimento per le Politiche di Coesione conferma che, per i primi fondi stanziati dal provvedimento, le richieste di utilizzo delle risorse arrivano appena al 35%. Siamo fuori target. Questo Governo, nella sua arroganza autocratica, ha escluso da ogni processo decisionale le Regioni, le ha tagliate fuori dalla contrattazione del Piano di Ripresa e Resilienza per affidare tutto a società di consul#Pianonazionalediripresa eresilienzaenza americane e alla burocrazia. Allo stesso tempo, gli Enti Locali del Mezzogiorno sono impreparati per questa sfida, non riescono a presentare progetti validi e finanziabili, principalmente perché manca il personale tecnico adeguato. Se non cambia qualcosa subito, ecco il risultato: un nuovo divario anziché un’occasione storica; un Pnrr a misura del Nord, dove la famosa “soglia del 40%” diventa nient’altro che un nuovo slogan, una totale presa in giro
Il Ministro Renato Brunetta ha riferito in Parlamento che il Governo è disponibile a modifiche e miglioramenti al decreto attuativo del Pnrr. Staremo a vedere. La scelta, adesso, è tra invertire la rotta in maniera decisiva o incagliarsi, puntare a un Paese unico oppure perdersi nel mare delle promesse. Le Regioni devono essere protagoniste di questa gestione dei fondi. C’è ancora tempo.”
Il Ministro Renato Brunetta ha riferito in Parlamento che il Governo è disponibile a modifiche e miglioramenti al decreto attuativo del Pnrr. Staremo a vedere. La scelta, adesso, è tra invertire la rotta in maniera decisiva o incagliarsi, puntare a un Paese unico oppure perdersi nel mare delle promesse. Le Regioni devono essere protagoniste di questa gestione dei fondi. C’è ancora tempo.”
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