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Home » L’angolo di don Diego » Anche dalla periferia un forte anelito orante per la pace in Ucraina

Anche dalla periferia un forte anelito orante per la pace in Ucraina

Valentina Alaimo Di Diego Acquisto
2 Aprile 2022
in L’angolo di don Diego
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Anche dalla periferia  un forte anelito orante per la pace in Ucraina. Dovunque in questi giorni,  al centro come in periferia, si vivono ore di lancinante angoscia per quanto sta succedendo in Ucraina, invasa dalle truppe russe. Ore di trepidazione  e di  grande dolore di fronte alla crudeltà delle immagini, in cui a soffrire sono molti, pure tanti anziani e proprio tanti, tanti bambini.

Non c’è chi non resti stupefatto e contemporaneamente sgomento nel constare come  appelli alla pace anche di Papa Francesco, vadano a vuoto, ignorando l’esperienza  del secolo precedente, che ha fatto toccare con mano  come davvero la guerra, “è un’avventura senza ritorno ed un male per tutti ed in ogni epoca”.

In tutto l’agrigentino, – (dove operano 194 Chiese  parrocchiali ed oltre 150 Rettorie) – dovunque si sono elevate e continuano ad elevarsi preghiere per ottenere da Dio il grande dono  della pace, esorcizzando davvero il pericolo dell’estendersi del conflitto con la disastrosa conseguenza – Dio non voglia ! –  di diventare mondiale e segnare davvero la fine del mondo.

In questo senso fa davvero pensare e viene raccolto l’appello di Papa Francesco che, con forza e sofferenza, domenica scorsa all’Angelus ha gridato “È l’ora di abolire la guerra, di cancellarla dalla storia dell’umanità prima che sia la guerra a cancellare l’umanità”. E ancora: “Prego per ogni responsabile politico di riflettere su questo, di impegnarsi su questo e, guardando alla martoriata Ucraina, di capire come ogni giorno di guerra peggiora la situazione per tutti”.  

E per la martoriata Ucraina anche a Favara, oltre alle preghiere che si elevano  nel silenzio di tante case, dove  si recita il Rosario,  anche diverse iniziative di preghiera pubblica per la pace.

Forse l’ultima iniziativa  nel tempo, oggi  a Favara  nel centro storico, zona-Calvario, Chiesa di S. Vito, per iniziativa del Gruppo Catechiste e  Mamme dei ragazzi che frequentano la catechesi per completare l’iniziazione cristiana.

Centro storico che  – è bene precisare –  abbraccia  quattro delle nove  parrocchie ! e cioè oltre a S. Vito, la Chiesa Madre, il Transito e la BMV del Carmelo.  Tutta  una zona ormai questa che è la meno popolata  di Favara,  dove abbondano le case vuote perché scomode,  vetuste e magari pericolanti. Mentre in periferia  tanti hanno avuto la possibilità di case moderne e più comode;  e quindi si sono stabiliti nelle zone periferiche dove ormai si concentra la stragrande maggioranza della popolazione favarese.

Dovunque a Favara  ed anche (o forse anzi !)  nel centro storico,  si vivono  ore di vera trepidazione e di grande angoscia per la sorte dell’Ucraina.

Tutti, a Favara  come altrove, stupefatti  e pure  sgomenti nel veder sorgere un nuovo conflitto bellico in questo XXI secolo. La  guerra che – come  ha detto Giovanni Paolo II – “è un’ avventura senza ritorno ,  un male per tutti e in ogni epoca”.

A S. Vito, nell’incontro i preghiera,  chiaramente   ci si è voluti riferire  all’appello di Papa Francesco, attraverso una “Via Crucis”, preparata dalle Mamme e dalle  Catechiste Mariagrazia, Mirella, Franca,  Sarina, Margherita, Maria, Antonio… ecc.

Una preghiera solidale con le comunità dei cristiani, cattolici ed ortodossi,  dell’ Ucraina, i cui colori della loro bandiera erano presenti  in un grande  drappo davanti all’altare, così come in due nastri che pendevano da quella Croce dell’Anno Santo del 2000.

CROCE  che è servita per la benedizione finale ed in cui  c’è una scritta con l’indovinato incrocio verticale ed orizzontale che dice “Cristo TI ama e TI salva”, dove  l’incrocio avviene  nel TI, scritto perciò  una sola volta.


Diego Acquisto
In tutto l’agrigentino, - (dove operano 194 Chiese parrocchiali ed oltre 150 Rettorie) - dovunque si sono elevate e continuano ad elevarsi preghiere per ottenere da Dio il grande dono della pace, esorcizzando davvero il pericolo dell’estendersi del conflitto con la disastrosa conseguenza – Dio non voglia ! - di diventare mondiale e segnare davvero la fine del mondo.

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