Anastasia è una giovane donna ucraina, di Kremencuk, città industriale di 250 mila abitanti, sulle rive del fiume Dnipro. La sua amica Olga, invece proviene dalla città russa di Perm, negli Urali. Entrambe le giovani vivono nell’agrigentino e da tempo lavorano assieme, come interpreti e traduttrici di lingua russa, presso la sede di Agrigento di “Eurolingue”. Adesso che purtroppo i rispettivi Paesi d’origine, dal 24 febbraio scorso, sono in guerra, si sono attivate per cercare di portare aiuto ai tanti che soffrono a causa del conflitto; “un conflitto fratricida – dicono – che fino a ieri non sembra possibile e che invece è diventato una tragica realtà”.
Già precedentemente, alle prime tensioni internazionali, le due giovani donne, avevano deciso di posare assieme, sotto la bandiera della Pace, lanciando post con messaggi di pacificazione ai loro rispettivi governi. Poi assieme, recentemente, hanno partecipato alle manifestazioni per la pace, indette ad Agrigento. “Storia” di un’amicizia vera, che va oltre la guerra tra Anastasia Orlova, 34 anni, una bimba di pochi mesi, Maria Sol, avuta dal compagno agrigentino, e di Olga Smirnova, 36 anni, con tre figlie e un marito impresario di eventi musicali; un’amicizia nel segno della fratellanza tra i popoli che Agrigento da sempre insegna e promuove annualmente dal tempio della Concordia, attraverso il Mandorlo in fiore e il Festival Internazionale del folclore.
“La situazione diventa ogni giorno più difficile – racconta Anastasia. – A Kremencuk vivono i miei genitori e un fratello e anche se la città, impegnata in un’estenuante difesa territoriale, non è ancora caduta, si vive sotto il fuoco dei bombardamenti, tutti sempre pronti a scappare, tra gli allarmi della contraerea che suonano sempre più spesso, e la vita nei sotterranei e nei rifugi”.
Anastasia racconta le sue preoccupazioni per il fratello che, prima lavorava nell’edilizia e adesso invece, viene impegnato nella difesa territoriale ed è prossimo ad essere arruolato nell’esercito ucraino per la difesa nazionale.
“In Ucraina a tutti gli uomini dai 18 ai sessant’anni è fatto divieto di lasciare il Paese – continua Anastasia – e ormai a Kremencuk anche l’unica strada che porta verso il confine è bloccata perché alla periferia sono già arrivati i carri armati russi”.
Forti preoccupazioni anche per Olga che in Russia ha i genitori, i fratelli e molti amici.
“I prezzi sono aumentati spaventosamente – racconta. – la gente ha paura. E’ diventato difficile trovare perfino un posto in aereo per arrivare in Occidente. La flotta aerea russa infatti, l’Aeroflot, ha molti aerei bloccati e, per via dell’embargo, rischia di dovere restituire centinaia di velivoli alle società di leasing americane o europee. Poi le maggiori compagnie aeree hanno abbandonato la Russia e oggi sono rimaste operative solo in pochissime. Ho cercato di trovare un volo per mia madre dalla Russia all’Italia, via Turchia, ma ogni giorno che passa diventa tutto più difficile e costoso. La speranza è che si raggiunga presto la pace”.
Le due amiche in questi giorni stanno lavorando intensamente per aiutare i profughi ucraini in arrivo, ospiti nella nostra provincia. Anastasia nelle ultime ore si è occupata di aiutare una giovane mamma di Dnipro, in fuga con la figlioletta e la mamma, da poche ore tutti ospitati a Raffadali. Olga e Anastasia sono pure impegnate nel coordinare gli aiuti per i bimbi ucraini, rimasti orfani a causa della guerra. “La speranza – dicono le due amiche – è che il cielo, sopra i nostri Paesi, sopra le nostre teste, torni pulito e che con cadano più le bombe portatrici di distruzione e di morte!”.
LORENZO ROSSO
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