AgrigentoOggi
  • Agrigento 2025
  • Editoriali
  • Valle dei Templi
  • Turismo
  • Scuola
  • Cinema
  • Cultura
  • Calcio
No Result
View All Result
  • Agrigento 2025
  • Editoriali
  • Valle dei Templi
  • Turismo
  • Scuola
  • Cinema
  • Cultura
  • Calcio
No Result
View All Result
AgrigentoOggi
No Result
View All Result

Home » Cinema » Belfast, il film semi-biografico sull’infanzia di Kenneth Branagh

Belfast, il film semi-biografico sull’infanzia di Kenneth Branagh

Valentina Alaimo Di Antonio Barone
7 Marzo 2022
in Cinema
Share on FacebookShare on Twitter

Kenneth Branagh: in origine attore shakespeariano oggi icona britannica del cinema, tanto cinema, sia come regista sia come attore. Questa sua opera, BELFAST, segue una trama che è in parte autobiografica. Il film (7 candidature ai prossimi Oscar) è ambientato nel 1969 e nell’anno successivo in un quartiere proletario (ricostruito a Londra) della capitale dell’Ulster nel pieno degli scontri tra protestanti e cattolici che fanno da sfondo (e anche di più) nella vicenda che è tutta incentrata sulle figure del ragazzino Buddy e dei suoi familiari. Il loro quartiere è il mondo di Buddy: la strada nella quale gioca, i nonni che lo adorano, l’emporio dove rubare il cioccolato, la scuola, la compagna di banco per la quale si consuma il suo amore. Ma anche i prepotenti della zona e il primo uomo sulla Luna. Il padre lavora in Inghilterra e la tentazione è quella di trasferirsi con tutta la famiglia all’estero. Un film che parla di (improbabili) tentativi di pacificazione tra cattolici e protestanti, di emigrazione e povertà, di superstizioni religiose, di debiti e affetti famigliari. Molto didascalico questo BELFAST: tante inquadrature dal basso a sottolineare la “prospettiva” di Buddy, il suo punto di vista, in un film reso tutto in bianco nero. Branagh usa il colore solo nelle scene iniziali e finali del film con tante (troppe e pure superflue) immagini girate da un drone che mostrano la vittoriana Belfast dall’alto, i cantieri dove fu costruito il Titanic e il museo dedicato al transatlantico. Il colore, ed è un buon espediente per ravvivare la narrazione filmica, viene pure usato in un paio di altre sequenze: quelle dello spettacolo teatrale e del film visto al cinema con un intento poetico per quanto retorico. Forse poco originale la scelta di affidare a Van “The Man” Morrison alcune interpolazioni musicali ma le canzoni del musicista nato a Belfast sono bellissime e ascoltarle è un vero piacere (a prescindere, direbbe il Nostro …..). Molto buona la recitazione con attori e attrici che calzano a pennello per i personaggi: una particolare menzione per il terribile pastore protestante i cui discorsi dal pulpito danno la stura agli incubi e alle perplessità religiose di Buddy. Un lavoro, questo di Branagh, che volutamente sorvola sul tema dei troubles perché tutto girato a “altezza” e sguardo di un ragazzino; un film popolare ma molto intimo e intenso che si chiude con la significativa dedica finale del film: “a quelli che sono rimasti, a quelli che se ne sono andati, a quelli che si sono persi”.
Un’ultima nota che non va intesa come mera piaggeria: il periodo che stiamo vivendo, tra pandemia e guerra, tra programmazioni delle varie piattaforme streaming/televisive e opinabili scelte delle agenzie di distribuzione, ha portato alla chiusura di centinaia di sale in tutta Italia; i dati Cinetel parlano di ben 500 schermi chiusi su circa 3600 esistenti riferiti a 1300 strutture. Ai Gestori delle sale agrigentine e in particolare a Massimo Lupo al quale mi lega, da lunga data, un’affettuosa conflittualità, va riconosciuto il merito di mantenere le proprie sale aperte con una programmazione, dall’autunno scorso a oggi, che più di una volta ha “costretto” il pubblico (anche il più esigente) a recarsi in sala.


Antonio Barone
Un’ultima nota che non va intesa come mera piaggeria: il periodo che stiamo vivendo, tra pandemia e guerra, tra programmazioni delle varie piattaforme streaming/televisive e opinabili scelte delle agenzie di distribuzione, ha portato alla chiusura di centinaia di sale in tutta Italia; i dati Cinetel parlano di ben 500 schermi chiusi su circa 3600 esistenti riferiti a 1300 strutture.

Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp

Previous Post

Primi positivi dall’inizio della pandemia, tre casi a Linosa

Next Post

Fai Agrigento: Giuseppe Taibi riconfermato capo delegazione

Testata iscritta al n.289 – Registro Stampa Tribunale di Agrigento in data 18 Settembre 2009 – Direttore Domenico Vecchio – P.I. 02574010845 – Copyright © 2009 – 2025 – [email protected] Iscrizione ROC n.19023

Per la tua pubblicità su agrigentooggi.it

Copyright © 2023

No Result
View All Result
  • Agrigento 2025
  • Editoriali
  • Valle dei Templi
  • Turismo
  • Scuola
  • Cinema
  • Cultura
  • Calcio

Copyright © 2025

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist

No Result
View All Result
  • Agrigento 2025
  • Editoriali
  • Valle dei Templi
  • Turismo
  • Scuola
  • Cinema
  • Cultura
  • Calcio

Copyright © 2025