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Home » L’angolo di don Diego » Il monito per un’Italia diversa, nel discorso di Mattarella di poco più di un mese fa

Il monito per un’Italia diversa, nel discorso di Mattarella di poco più di un mese fa

Valentina Alaimo Di Diego Acquisto
7 Marzo 2022
in L’angolo di don Diego
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Il monito per un’Italia diversa, nel discorso di Mattarella di poco più di un mese fa.

Quando,  il presidente Mattarella è stato “costretto” ad iniziare un nuovo settennato. “Costretto” … perché i giorni precedenti, con tante votazioni andate a vuoto, erano stati davvero  “travagliati”,  anche per lui.  E quindi, anzitutto l’impietosa  sottolineatura di ciò e del fatto  che le attese sul Paese “sarebbero state fortemente compromesse dal prolungarsi di uno stato di profonda incertezza politica e di tensioni”. “Una consapevolezza questa – ha detto Mattarella – che “è stata la ragione del mio sì“. Un discorso quello di Mattarella subito dopo il giuramento di fedeltà alla Costituzione, che è stato interrotto ripetutamente, più di 50 volte, da fragorosi battimano. Si  pensava di sentire , come la volta scorsa alla rielezione di Napolitano,  moniti e rimproveri. Invece no, nulla formalmente di tutto questo, almeno formalmente, perché arrivavano pur con garbata, ma forte mitezza, parole grintose, per sognare ed agire per un’Italia diversa, concorde ed unita nell’avviare più decisamente a soluzione i vari problemi. Fa bene a tutti ricordare che il cuore del messaggio è  contenuto nelle 12 sfide, puntualmente elencate per la dignità dell’Italia: “Dignità – diceva – è azzerare le morti sul lavoro… “Dignità è opporsi al razzismo e all’antisemitismo…. Dignità è impedire la violenza sulle donne, profonda, inaccettabile piaga che deve essere  contrastata con vigore e sanata con la forza della cultura, dell’educazione e dell’esempio”. La nostra dignità, proseguiva  Mattarella, “è interrogata dalle migrazioni, soprattutto quando non siamo capaci di difendere il diritto alla vita, quando neghiamo nei fatti la dignità umana degli altri. E’ anzitutto la nostra dignità che ci impone di combattere, senza tregua, la tratta e la schiavitù degli esseri umani. Dignità – insisteva – è diritto allo studio, lotta all’abbandono scolastico, annullamento del divario tecnologico e digitale.
Dignità è rispetto per gli anziani che non possono essere lasciati alla solitudine. Dignità è contrastare le povertà, la precarietà disperata e senza orizzonte che purtroppo mortifica le speranze di tante persone. Dignità è non dover costringere le donne a scegliere tra lavoro e maternità. Dignità è un Paese dove le carceri non siano sovraffollate e assicurino il reinserimento sociale dei detenuti. Dignità è un Paese non distratto di fronte ai problemi quotidiani che le persone con disabilità devono affrontare. Dignità è un Paese libero dalle mafie, dal ricatto della criminalità, dalla complicità di chi fa finta di non vedere. Dignità è garantire e assicurare il diritto dei cittadini a un’informazione libera e indipendente. La dignità, dunque, come pietra angolare del nostro impegno, della nostra passione civile. Un elenco molto accorato di sfide che si concludeva ricordando al Parlamento la figura di David Sassoli, “testimone mite e coraggioso”. “Un’autentica democrazia – ha concluso infine  –  prevede il doveroso rispetto delle regole di formazione delle decisioni, discussione, partecipazione. L’esigenza di governare i cambiamenti sempre più rapidi richiede risposte tempestive. Occorre evitare che i problemi trovino soluzione senza l’intervento delle istituzioni a tutela dell’interesse generale: questa eventualità si tradurrebbe sempre a vantaggio di chi è in condizioni di maggior forza”.  Un  ammonimento questo  che  non bisogna mai perdere di vista.


Diego Acquisto
 La nostra dignità, proseguiva  Mattarella, “è interrogata dalle migrazioni, soprattutto quando non siamo capaci di difendere il diritto alla vita, quando neghiamo nei fatti la dignità umana degli altri.

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