Approda davanti ai giudici della Corte di Appello di Palermo il processo scaturito dalla maxi inchiesta “Kerkent”, condotta sul “campo” dal personale della Dia di Agrigento, e coordinata dalla Dda palermitana, che ha disarticolato la ricostruita famiglia mafiosa di Agrigento, con a capo il boss 51enne Antonio Massimino. La prima udienza è fissata per il 22 febbraio del 2022. Il Gup del Tribunale di Palermo, Fabio Pilato, ha inflitto 20 condanne, e 8 assoluzioni, al termine del processo di primo grado, celebrato con il rito abbreviato.
La pena più alta, 20 anni di reclusione, è stata inflitta proprio al capomafia (20 anni di reclusione era la proposta di pena dei pubblici ministeri Calogero Ferrara e Pierangelo Padova). Stessa pena per i suoi presunti fedelissimi, Francesco Vetrano, 36 anni di Agrigento, e Giuseppe Messina, 34 anni, di Agrigento, quest’ultimo titolare di un autolavaggio, fra Villaseta e Monserrato, e ritenuto la base logistica del clan, e dove sarebbero state tenute decine di summit, e incontri, tra mafiosi.
Ecco le altre decisioni del Gup: 12 anni di reclusione a Gerlando Massimino, 31 anni, figlio di Antonio (18 anni la richiesta dei Pm); 8 anni a James Burgio, 27 anni, di Porto Empedocle (12 anni); 9 anni a Salvatore Capraro, 30 anni, di Agrigento, (12 anni); 9 anni e 6 mesi a Marco Davide Clemente, 27 anni, di Palermo (14 anni); 8 anni a Fabio Contino, 40 anni, di Agrigento (10 anni); 12 anni e 8 mesi a Sergio Cusumano, 56 anni, di Agrigento (12 anni); 12 anni ad Alessio Di Nolfo, 33 anni, di Agrigento (18 anni); 10 anni e 8 mesi ad Eugenio Gibilaro, 54 anni, di Agrigento (10 anni); 8 anni e 8 mesi a Domenico La Vardera, 38 anni, di Palermo (10 anni); 8 anni a Domenico Mandaradoni, 30 anni, di Tropea (10 anni); 12 anni ad Antonio Messina, 61 anni, di Agrigento (15 anni); 8 anni a Liborio Militello, 52 anni, di Agrigento(10 anni); 4 anni a Gregorio Niglia, 36 anni, di Tropea (10 anni); 8 anni ad Andrea Puntorno, 42 anni, di Agrigento (6 anni); 5 anni e 4 mesi a Calogero Rizzo, 48 anni, di Raffadali (12 anni); 8 anni a Luca Siracusa, 43 anni, di Agrigento (8 anni); 8 anni e 8 mesi a Giuseppe Tornabene, 36 anni, di Agrigento (12 anni).
Assolti: Francesco Di Stefano, 42 anni, di Porto Empedocle (10 anni); Salvatore Ganci, 47 anni, di Agrigento (18 anni); Daniele Giallanza, 47 anni, di Palermo (8 anni); Pietro La Cara, 42 anni, di Palermo (8 anni); Valentino Messina, 46 anni, di Porto Empedocle (8 anni); Francesco Romano, 33 anni, di Vibo Valentia (10 anni); Vincenzo Sanzo, 37 anni, di Agrigento (8 anni); e Attilio Sciabica, 31 anni, di Agrigento (8 anni).
La Dda ha appellato la sentenza dei 20 condannati, e di Salvatore Ganci, quest’ultimo accusato di essersi rivolto al boss Antonio Massimino, per “punire” una donna, che sarebbe stata sequestrata e portata in un magazzino del centro storico di Agrigento, dove avrebbe subito abusi da parte del capomafia, per ritorsione nei confronti del fidanzato della stessa che aveva acquistato un’autovettura da Ganci con degli assegni falsi. Accuse dalle quali è stato completamente prosciolto, e che la donna ha poi ritrattato in aula.
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