Per evitare il sequestro del ciclomotore, appartenente a un loro familiare, si sono scagliati contro gli agenti della polizia Municipale, e i carabinieri. Poi il proprietario avrebbe afferrato un grosso martello, minacciando di distruggere il mezzo a due ruote. Il procuratore aggiunto Salvatore Vella, e il pubblico ministero Cecilia Baravelli, infatti, hanno disposto la citazione diretta a giudizio per quattro persone di Porto Empedocle, due uomini di 58 e 31 anni, e due donne, entrambe di 33 anni.
Devono rispondere del reato di resistenza a Pubblico ufficiale in concorso, mentre il solo 31enne, anche di porto di armi od oggetti atti ad offendere. Gli imputati hanno nominato loro difensori, gli avvocati Salvatore Bruccoleri, Antonio Provenzani, e Irene Militello. Il processo è stato fissato per il 6 luglio prossimo, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Vincenzo Ricotta.
La vicenda risale al 5 aprile dell’anno scorso, durante il lockdown, per l’emergenza sanitaria Covid-19. Durante i controlli stradali, una pattuglia dell’Arma, e una della polizia Municipale, hanno fermato per un controllo uno scooter Mbk 50, condotto dal 31enne.
Il veicolo, da lì a poco, è stato posto sotto sequestro dalle forze dell’ordine. Prima ancora dell’arrivo del carro attrezzi, il conducente avrebbe preso un martello da cantiere, minacciando di distruggere il mezzo, al fine di opporsi al sequestro, mentre gli altri familiari avrebbero minacciato, spintonato e strattonato le forze dell’ordine.
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