RAVANUSA. Il Consiglio comunale di Ravanusa prende posizione sulla vicenda dei 6 dipendenti dell’Ipab “San Vincenzo De Paoli” che sono stati “sospesi” dal Comune in attesa che si definisca la vicenda giudiziaria approdata in Cassazione.
In una lettera trasmessa dal presidente dell’organo consiliare, Vito Ciotta, alla Regione ed in particolare al governatore della Sicilia, Nello Musumeci, all’assessore alle Autonomie locali e funzione pubblica, Bernardette Grasso oltre che al vice presidente vicario dell’Ars, Roberto Di Mauro ed ai deputato regionali agrigentini: Michele Catanzaro, Giovanni Di Caro, Riccardo Gallo, Margherita La Rocca, Matteo Mangiacavallo, Carmelo Pullara e Giusy Savarino, si chiede di assumere ogni iniziativa utile “affinchè si avvii un iter che possa portare ad una soluzione dell’annoso problema Ipab San Vincenzo De Paoli di Ravanusa – si legge – che ha portato a perdere il lavoro agli ex dipendenti, attraverso l’individuazione di soluzioni normative e risorse economiche che accompagnino questi lavoratori al reintegro occupazionale”.
La vicenda affonda le radici nel passato. Ed è stata ereditata dall’amministrazione comunale in carica, guidata dal sindaco Carmelo D’Angelo.
Con separate pronunce del Tribunale di Agrigento, il Comune è stato costretto ad assumere i 6 dipendenti dell’Ipab che hanno lavorato alle dipendenze dell’ente per alcuni anni.
L’amministrazione ha sempre presentato istanza per respingere queste richieste che andrebbero a gravare sul bilancio del comune e non su quello della Regione, come era stato indicato invece nella dichiarazione di scioglimento dell’Ipab firmata dall’ex presidente siciliano, Rosario Crocetta. In attesa che la vicenda giudiziaria venga definita con la pronuncia della Suprema Corte però i sei lavoratori sono stati licenziati. “La legge parla chiaro – dice il sindaco D’Angelo. Non potevo fare diversamente altrimenti avrei rischiato di rispondere personalmente di danno erariale”.
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